Come fa il sole

con la schiena della quercia-
tremante
nella sua carne immensa
nel poco spazio che l’accoglie
sul dirupo, che la preme ovunque
con le sue masse
togliendo ai colori le ombre
alle cose i loro nascondimenti-
e quel ramo nuovo che nasce
nell'atto di porgere il suo cuore
avvolto nelle fiamme, stretti assieme
all’amore per l’esistenza e il suo bisogno
di dirla con la luce : Vieni.
Non tardare.
Avremo continuità nei nostri occhi
qualcosa di incorruttibile
nel fondo ultimo del vivere
sulle spalle l'amore viene
poi respira, disposto al volo,
nel suo futuro inimmaginabile
ci invita a conoscere l'avvenire
che discende in ogni istante
- soltanto la solitudine quassù
cura la passione della mancata eucarestia,
in quell'istante di calma , la pace di un'ora,
nel silenzio delle vite
a patire il tempo fino in fondo
alla rivelazione.
Rammentando per poter vedere
ciò che intorno al Noi è nato,
nascosto nel centro della luce
si apre in altro modo alla visione,
capace di cadere,
di penetrare come l'acqua, l'amore,
trattenendo il tempo nella meraviglia
parlava di di Lui, alito dell'anima,
manifestando l'ombra del sogno
tra i due fiumi, offuscando lo sguardo
che lo vede ancora nel posarsi,
come fosse la sua voce umana
rimasta indietro, in qualcosa di diverso
che si divora,
trasformando il suo stesso corpo
in ali.

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