Pubblicato il 06/03/2014 11:24:27
Quello che mi colpì,
doloroso pugno
al mio stomaco trasgressivo,
fu il piccolo elegante
rinfresco all'angolo
del salone, cui nessuno
si accostò per bon-ton
o perché l'improvvisa partenza
stordiva quasi fosse
la nuvola di un narghilè.
Come se non fosse successo
"Qualcosa", continuavo
a parlare di lei,
cui era stato fatale
l'unico soggiorno ospedaliero.
Era però viva, come una rondine
risuscitata dal vento vivace
di marzo, con ali forti
e becco proteso al cielo.
Sostava sul terrazzo,
ma per poco, certa
ormai del volo finale.
Ci guardò, scosse
il capo e si diresse verso
una luna appannata
senza voltarsi indietro.
L'aria, in casa, era satura
di educate condoglianze.
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