IPERMNESIA
balenò breve suono di musica, un tratto
inudita come fossi in sonno
di me uscii senza più traccia alcuna
d’essenza ma solo vago malessere
che poco disturbava le mie membra
appese a più parole ben capite
schematizzate e razionali in mente.
Vuoto.
Provavo vuoto né saprei poi dirlo
ed ora son costretto da catene
a non trovare più l’identità che persi,
né di nuovo similmente il guizzo
d’inudita melodia mi trarrà dalla
muta strada impercorribile e più
non ho che vuote membra senza
Parole.
Ognuno avrebbe gioco a reclamarle
Come potrò edificare ora, che nulla
ha suono se non il Vuoto, insonoro
per sé, totale assenza, la mia sonante
realtà –Babele?
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