Pubblicato il 10/07/2009 00:10:05
(dedicata alla passione proustiana di Giuliano)
Il tempo smuoveva le lancette nello spazio di quel “piccolo arco azzurro” e nei rintocchi tornava l’anima del lettore alla vicinanza delle cose fuori dallo spazio temporale concesso all’eroe del suo libro.
Talvolta le guarnigioni di soldati attraversavano Combray lungo rue Sainte-Hildegarde, gli elmi luccicanti al sole: “Povera gioventù che sarà falciata come un prato” commentava in lacrime Françoise.
Eppure queste anime sospinte al di fuori del loro spazio temporale dalla potente bellezza della parola e tutte le cose avvicinate da “certe idee” di Marcel a lui devono la grazia di persistere in un tempo favoloso al di fuori dell’esistenza precaria e circoscritta, negli inascoltati rintocchi del campanile di Saint-Hilaire.
Nota: il titolo e le frasi tra virgolette sono tratti dal primo volume di “Alla ricerca del tempo perduto”: “Dalla parte di Swann”, parte prima, “Combray”, I Meridiani Mondadori, Traduzione di Giovanni Raboni, pag. 106-108.
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