Il chiaro dell’occhio è proteso nel dono,
ciò che sussurra prima del fremito,
al movimento delle nostre mani.
Non spezza mai il filo l'accoglienza
cammina. cammina con la propria storia.
E il vento insiste nel domandare
perché come i bambini
basta toccare certi punti dell’aria
che s'incantano le dita
nel grande suono-
consegnando i pensieri
al vuoto che non soffre.
Nessun fiore raccolto nell’urna
sa dire alla voce il colore
più dolce,
calpestando la terra,
il viaggio oracolare dei nostri volti
nell'andare incontro al fresco del mattino
Domani
porta con sé lo spazio inviolato degli occhi,
.che inconsapevoli corrono.
nella misericordia di un’aurora,
colmando le pupille di presenze,
spose dei sogni, emozionate.
è così che faccio quando manchi, corro
con lo spago legato intorno al polso
e un palloncino sale e viene giù dal cielo
mentre pronuncio :- Lontano- e poi –Qui-
per farti comparire quando giro
sulla la strada quasi trasparente
rinasci di continuo. E ci guardiamo
scendere il cielo dalle mani
in un’altra terra come
è con te che sollevo gli occhi caldi
e sembrano tutte le nuvole
essere in coppia per sempre
quando tornano indietro
per rinascere dall’acqua
pronunciando la stessa parola
- Qui - e poi- Lontano-
ci tocchiamo all'indietro
nello sguardo liquido dell’angelo
se dal polso tiri il filo
la terra stessa è un angelo
che ci mescola leggeri insieme al vento
come dopo l'amore
risponde al nostro sogno
entra nella radice, poi vola via
al centro della stanza azzurra
niente è più grande, penetrato ogni canto
da un'infinita distanza-
Avere ricordi non basta-
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