Pubblicato il 04/02/2014 13:00:59
calpestavo d'aurora il logoro vezzo di una gazza un gioco di colori antichi dall'alto e l'invito a guardarmi intera. sbatterò la testa, ladra in fronte: contrade amorose, vaneggiamenti di strada, menzogne d'oro. e a quell'orbita proba, udita fonte, una frescura d'impazienza ruppe il vetro della vita. c'incamminiamo chini in sospiri di fame sopita.
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