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Morsa di puro amore

di Amina Narimi
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Pubblicato il 31/01/2014 16:00:55

Anche senza immersione nel Nilo,

purificando la lingua sugli alberi,

dove il balzo verticale è verso Dio

mi bagno sulla tua corteccia umana.

 

dalla carne all’inguine del bosco

ti conducevo come fossi genesi

dilatando quell’immagine sui rami,

per quel tono  fragile che avevi -

al centro della piana di Senaar

nel mezzo di un profondo sofferente-

se restavo nella cerva a far l’amore,

col rigore con l’impegno e con la forza,

folle, nel desiderio di unità.

 

Santità si scrive qedusah e prostituta-

qedesah-In lingua ebraica ha radice di sorella,

poi di Issah

se l’Uomo sposerà quell’Altra parte-

senza prostituirsi all’esteriore

così gelando in ogni dono, se non viene

fatto matrice il corpo, ma prigione,

infine tomba- dentro se stesso

passando dalle nascite alla nascita..

 

dentro Rahab-

la prostituta che avverte lo splendore

delle spie, e le protegge sotto il lino

steso sul terrazzo- nel suo nome

c’è la forza, la volontà d’estrarre pesi-

con la mentesatura di Nulla- alla miseria,

per un momento di felicità.

Ha ricevuto tutto,

il signore col barbone e il suo mestiere

quel giaciglio come letto

di morte o culla a nuova vita.

Ha tanto amato,

lasciando andar chi amava, trattenendo

il ripugnante. chi ha pianto. è  Rahab

che ora sente gli altri come  sogni,

con una parte privilegiata di se stessa,

da un’altra stretta, ha colto il filo rosso

che si lega al polso dall’interno

spremendo il succo nel suo sangue,

più delle spinte

che hanno fatto sconvolgere il suo ventre

 

 

Ha scelto la parte migliore anche Maria

di Magdala non si è affatto preoccupata

della buona reputazione o della legge.

 Manel pieno dell’orgasmo ha colto un punto

un punto  luceverso il quale volgersi,

riprender vita, là, dove provava

il suo piacere, l’elevarsi in un’offerta,

nel desiderio folle che l’attira

in una irresistibile vertigine

e vi sprofonda e si abbandona da ogni parte

contro i piedi di colui che mai credeva

di raggiungere nel franare a pentimento

nè l'll filtrare di un’aurora nella notte-

ponendole la mano sulla chioma

 nell’orifiamma impuro,

e benedicendo inonda

poco a poco come mai gli amanti prima-

con la tenerezza d' Altro Amore, scorre il nardo,

un’intuizione di pace nella stanza del Signore

 

ebbre di santità. Vanno e vengono queste donne,

prostitute nel fiume della vita, poi

si fermano per ascoltare e contemplare,

accompagnando l’uomo di dolore, con l’ardire

del pericolo. Donna! E' la  parolaPrima

del Risorto. Poi Maria. Finalmente amata

 

sotto gli alberi più verdi e le montagne

dentro il fango stabiliamo le radici

di quel Nome che ci chiama dove nasce.

 

è di una grazia così violenta

che si ama con la gioia

verso colui che si nasconde

che appartiene ad ogni Anima vivente

 

La trovo là, in quel punto

che non ha la dimensione,

nel cuore della rosa, che diviene

nel dramma lo splendore,

devota al proprio nucleo.

                                    Morsa di puro amore

è il dolore di Noialtri se vicini

come un passo innalzato nella neve

che più dolce chiama e il palpitare

come se cogliesse in cielo

dove l’Ora ha nascosto le vigilie

di un segreto inverno

 

se il dolore è una ferita

è da lì che passa l’inatteso

l’invisibile mistero della gioia,

nell’offerta di se stessa fatta carne

con la mano sempre tesa sulla piaga

luminosa, nella pena più rinchiusa,

immergendoci lo sguardo,

si può scorgere  l’Iddio,vivendo,

incontrarlo mentre affonda

nella morte che guarisce, con l’amore

 

se lecco il canto buio dentro gli alberi

mi ritorna in melodia, dolce midollo

dov'è il globulo rosso che scompare

attraverso la parola Prostituta

ripetendo " Voi siete mia Madre"

con la forza di una Santa Eredità-


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