Una vena d'argento nel buio del risveglio
distesa come lunga tela bianca,chiusa da lenzuola,
accompagna il chiarore della casa. e tutto un sogno
mescolando nel colore, come in certe tele di Bonnard
oltre la porta di una stanza, in fila al cielo,
un’ultima stagione
più segreta, nell’ordine del vento,
l’aspettazione della sera.
Nel rito di restituzione dell’attesa: il vento viene,
dove è entrata quella luce canta di un luogo sacro-
Chiusa la porta. Tu sentissi il silenzio che mi accoglie.
E' il silenzio dei libri, i primi davanti agli occhi.
L’urna di mammet,e le rose che profumano sotto, la pirite,
un piccolo libretto, il guscio dell'ananas, e il cestino di Sevres
con i frutti di Pennabilli. Li tocco tutti sai? Li tocco.
E' commozione.
Spariscono i rumori delle ore, le voci del giorno
la persuasione i consigli gli aiuti le questue
le interpretazioni - Con la forza del suo corpo
per potere guardare con fermezza
il mio dolore, battezzarlo ogni mattina
a colazione, proteggendo il pane con le mani
coprendo il suo chiarore, dentro lo spiraglio
scavando una benedizione. Solo allora
posso lasciare la casa vuota
come una madre che mi aspetta
fino a sera
rientrando poi nel suo segreto,
una voce sottile e silenziosa,
dove il tempo è solo spazio
sul vuoto delle braccia che mi tiene.
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