AMO
è una stanza bussata dall'interno
a aprire in quantità di sguardo il fuori
nell'ossatura del silenzio
sugli spigoli vivi d'ombra
dai tre quarti di inscindibile pienezza
come carpire strategie
tra l'unico e l'intero
poi dalla nervatura più adeguata porsi
all'inevitabile schisi
per il peso che procura il cielo
amo
tutto ha chiuso, contrasta e narra
ha cambio di riflesso, ha una carezza
alle coste del velluto, e giunge
e spozza, e si sgomina da sé
dilapida e si tiene
l'unghiatura alle grondaie
le foglie al macero, il drenaggio
l'acqua che annega e punge mai
di pioggia a non andare svelti
nel pigmento della notte
AMO
è una vettura a spinta
una paresi volontaria e crollo
di uno sguardo emorragico
a sale che si munge, all'osso ripulito
che non si mangia
che succhi e ingoi e ti contorce
la nota sporca di un violino
- e non si ascolta -
il buco in una tasca vuota
un grando di pepe a scanso
un centesimo mai speso
amo
la pelle gualcita che si indossa
con coraggio verso, o a riverso
è identica
la virgola mai messa, e sfonda
le scarpe e il sonno, e abbatte
e incoccia in luoghi e costruzioni
con un abbraccio meno magro
quando la sofferenza non ragguaglia
non ha riguardo e tocca
l'altro come fosse capitato veramente
veramente
a te.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Alessandro Martino, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.