Pubblicato il 17/01/2014 20:45:04
Altre sere verranno così intatte sotto i portici rossi di Bologna a sollevare il vento la sua voce, nei giardinetti delle lunghe ore, al suono umano : "và verso di te", trasfigurando nella carne più divina il desiderio che circoncide l'incoscienza per la luce di sentirlo ancora qui. La sparizione delle pelli, nel pensiero eretto a piedi nudi, dentro il bosco, è dove lei ti canta ancora, con i semi della neve che non vuoi chiudendo gli occhi e un segreto sulle mani -prima che riaccadano altri sogni- : "Spingeremo come simurgh primordiali le nostre upupe tendendoci le ali tra l'onda e il mio corpuscolo di scaglie la particella viva nelle vene, la nostalgia del Mirabile Ruah" Con quale pioggia ci si mostra il desiderio sul prepuzio del respiro e dentro gli occhi col vapore che si stacca, dall'acqua di una ciotola di riso sopra il fuoco, e solo insieme - mi rispondi - il dialogo scolpisce, queste anime di notte, con un filo tacito e scarlatto con i nodi , e con le pance del riconoscimento appesi come un segno alla finestra di una prostituta nella luna per entrare nella città di Gerico col potere irresistibile di un bacio- Intuendo come un altro corpo potrebbe entrare in loro nel morire a quello e in altro sangue, un altro cuore intatto a ognuno tra le dita sembra alzarsi, con una sola musica promessa, un'alleanza d'eros così sacro da riportare il sesso al verbo e la meraviglia degli amanti nella sua PrimaVera trasparenza Lasciandosi sgorgare in altra luce, col sole nella testa e con l’anello al dito, invertiremo il corso al Gange prolungando in sé l' amore al centro di un cuore più sottile, per mutare nella somiglianza ( ultima) la saliva celeste senza suono e renderne il respiro con un bacio poggiando le nostre bocche a Dio
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