Apparve come folgore
fece tremare il suolo
ombra pelosa, pavida, arrogante.
Urlò Gaia, nella ferita mortale
istintivamente protesse il famelico aborto.
Avido mostro, cieco, parassita
egli, si nutrì
del pube della Madre
prosciugando ogni fonte nella folle sete di dominio.
Tuonò la voce dell’uomo!
Ora ha un respiro rachitico che muove
nel Suo Ventre molle e incestuoso, scorre
linfa infetta generatrice di mostri.
Costretta a spruzzare latte dagli artigli,
fattrice, immobile nella gabbia di contenzione.
Tutto è Madre e noi ne portiamo il segno.
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