I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Le tre P-ispirato a Kiki-
Le tre P-ispirato a Kiki-
“Si ferma a Montparnasse, per la neve i riccioli son tutti appiccicati dell’uomo che le parla sente il fiato la fame la perseguita da tempo. Scoprire dell’amore nel suo studio è stato molto goffo, tra i pennelli e mentre la scopava si specchiava il thè fumante a lato dei fornelli. Veniva tra i colori e il suo berretto suppongo dipingesse la prestanza mai stata, edulcorata e un po’ illusoria bendata col calzino, alla sua vista. Mangiava bonbon mentre sussurrava “ingozzami, cucinami che ho fame” ansava tra la panna e il suo daffare fané il suo eccesso e pure i suoi pastelli.
Il quadro riuscì bene, lo vendettero lo stomaco in tumulto fece il resto. Lui. Ringhiava, copulava, pennellava. Lei. Cullata, eppur vorace. Tutta piena. Nel tempo trasformarono il rumore rinchiusi sopra i tetti, là in soffitta dipinsero tre P, con la matita: “la Puttana, col Pennello ed il Pittore.” Garbo@Fané-divertissement-
Id: 48881 Data: 15/05/2018 20:18:45
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Sorride e pur trema-
Un uccello che si spollina sorride pizzicandosi la veste delle piume ripete quel gorgheggio, forma un verso (la) sublime Poesia nel margine sospeso.
Ed è Natura accordata nelle note mi smuove tra la zolla a fior di cuore diramando pio-pii di mattine in ore. Sradica dolcezza lieve, sofferenza la Madre che mi teme, ascolta …trema. Un figlio con le ali, la strana, Sua sorella che cinge al nido avito un nastro rosa.
E al canto irrequieto, solleva il suo cappello protegge, ingarza al ramo e poi va via. Garbo@fratelli
Id: 48634 Data: 27/04/2018 20:49:58
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-Ipotesi tardiva
/ Potrei anche ripensarci, voglio dire a quell’ ipotesi prendere al volo l'occasione, porgere al vento poppa, prua e varare verso un limbo che precipiti nel mare, onde, biglie, schiuma, passione. I gabbiani del romanzo.
Potrei forse rivedere quella immagine confusa, di te e me sopra la branda e sei cuori, due capanne un anello al dito e al naso. Tendaggi a fiumi. Thè per due. S'estende a destra poi a sinistra tremoliente la paura, come un velo, sfondo il letto, sottosopra il nostro letto e ti dico: “ caro-mio, a convolare il giro aspetto”! Il bouquet resta inchiodato. Nell'azzurro REMO sola. Si potrebbe...ma ti adoro, mentre ridi e poi lo ammetto Sei spiazzato cucciolotto...Resto...vado...baro. ALLORA? Garbo@vecchie insicurezze
Id: 48014 Data: 19/03/2018 19:38:10
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Turgida in vita
-Turgida in vita-
Non è un MONDO senza vita, quello che mi sfiata dai lobi, fino ai lombi e ancora giù non è il continuo strapazzo delle mie resistenze fisiche, illogiche, che osservo Ora mentre mi cambio le mutandine e scelgo un vestito, che scopra nuca e gambe non è, per assurdo quel timore allo sfascio, quel puzzo di brucio squadrato ,grugnito, ciò che Ora ripasso indossando ancora la pelle. La mia voglia equilibrica non è, smarrita nello sfondo burqaiolo -di parole preistoriche avvolte-, l’indecisa voglia di giubilo, mentre aspiro l’ironia pura dai papaveri appoggiati, quelli sparpagliati sul mio letto.
Non è altro che, il vigore nella Tua schiena come una brughiera marina , teporosa ad alitarmi sotto le ascelle, dentro la lingua, al disotto dei fianchi, ed è solo lì e per quello , che resto torrente scorrevole , rosa fragrante di “ancora” , goduti di dolore incontinente e violento.
Non è MAI spento in barba agli schemi alla faccia dei banditi minaccianti, non è che mi fermi. Al contrario m’evolve il gluteo del Nettuno ,maschio gustoso, dalla bocca sapiente.
Io sbatto, ricucita. Poi AMO. Ritorno accesa. Libera. Mi rivisito ancora.
Non è non sarà intimidita LA MIA TURGIDA VITA.
Id: 35154 Data: 25/11/2015 19:19:28
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Virulenza
-Virulenza- Sfoggio una lunga capigliatura bionda , attorno ai polsi azzurri e alle caviglie i miei ematomi. Inclino delle gambe introverse, rilevanti le apro fiera, nell’oro degli odori. Il mattino mi ritrova sempre mentre inesorabile striscia ammaliante nel letto umido di me e dei vostri pensieri. Quanto mi piace allora titillarmi mentre i ricordi infuriano lo stomaco prova di nuovo e non li digerisce. Io sono un nulla tradito da mani fraterne eppure se mi tocco posso sentirne il piacere. Venire sbiancata dalla miseria del mio stesso sangue impoverito. Uno ,due ,tre, stella …perde.
Vi - resta un portamonete imponente mi- resta un poderoso orgasmo incestuosamente virulento.
E’ lecito tradire ditemi (non v’è alcun scandalo) …e godere? Garbofania@
Id: 30229 Data: 02/02/2015 18:33:36
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-Culi- dilatati
Quanto incida nei cervelli l’idea grandiosa della nostra ALTEZZA…
Avanza così un esercito di NANI scoloriti imbellettati da timbriche francesi. Nessuna luce che vibri ma solo lo sforzo della sua ricerca visionaria periferica. E inchini affettati e sorrisi cremosi oppure grida artefatte, come dire cotte a puntino. Impietosi gli specchi ingialliscono riflettono controllati vuoti conversazioni così…graziose, colme di elegante affettazione.
Ma i culi sgravati toccano per terra dilatati dal grande uso.
Garbosgrava@
Id: 29807 Data: 13/01/2015 13:04:55
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Qui sui fianchi
E' qui, sui miei fianchi anfore calde per appoggiarTi i pensieri quando brucia la sete pullula l'indefinita tensione.
E' qui che devi approdare come un'onda stanca e abbandonata raccolta dalla sabbia alzata dritta, nel porto azzurro. Voglio essere uno scorcio di mare aperto dondolarTi nei pensieri pallidi col sale , che diventi zucchero. Quando dalle mie anche brulle grondino , schiumosi spruzzi primevi, ferma riposa.
E' qui sul mio ventre che Ti devi appoggiare.
Sentire e poi bruciare il Tuo lento divenire.
Garbo e l'alta marea@
Id: 28696 Data: 15/11/2014 15:31:24
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-Hai mai provato a domandare al cielo che tutto finisca-
Hai mai provato a domandare al cielo che tutto finisca e le stelle finalmente si spengano raccolgano l’urlo del dolore animale?
Hai ma sentito l’affanno della Lepre nella tana all’avvicinarsi eccitato dello stivale infangato, quel rumore del cuore che sembra schizzare e in ogni respiro bruciar le narici. E… hai mai provato a guardare le immagini quelle rubate, sottratte agli stabulari senz’aria mentre milioni di Topi accecati e contorti raccolgono l’urlo silenzioso dei Cani angariati. Hai mai sentito il terrore del Maiale al macello (simile alla disperazione di un bimbo) un Vitello piangere lo strappo precoce la disperazione della Mucca, che provi a proteggere il cucciolo. Mai ascoltata? E… ti è mai capitato di osservare il dibattersi inutile di Tonni incastrati nelle reti grottesche in un mare dipinto con mutismo sanguigno.
Il Mulo muore di fatica, l’Orso non desidera ballare, il Leone umiliato intanto salta nel fuoco. Non senti il loro sudore guizzare nel pianto?
Un visone scuoiato sai puzza di dolore.
Hai mai annusato la terribilità dell’umano? Garbo per i fratelli@
Id: 28393 Data: 01/11/2014 21:18:52
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Madre,figli
Apparve come folgore
fece tremare il suolo
ombra pelosa, pavida, arrogante.
Urlò Gaia, nella ferita mortale
istintivamente protesse il famelico aborto.
Avido mostro, cieco, parassita
egli, si nutrì
del pube della Madre
prosciugando ogni fonte nella folle sete di dominio.
Tuonò la voce dell’uomo!
Ora ha un respiro rachitico che muove
nel Suo Ventre molle e incestuoso, scorre
linfa infetta generatrice di mostri.
Costretta a spruzzare latte dagli artigli,
fattrice, immobile nella gabbia di contenzione.
Tutto è Madre e noi ne portiamo il segno.
Id: 23929 Data: 16/01/2014 04:52:06
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Serviti degli occhi
SERVITI DEGLI OCCHI Adesso Ti devi fermare! IncantaTi e vezzeggia alla luce votiva la curva dei mie capezzoli Imbronciati. Ti ho detto di NON avvicinarTi. Devi riuscire a far sciogliere le mie labbra anche quelle più nascoste solo con lo sguardo. Stai fermo e non usare quella lingua neanche per parlare. Pretendi con gli occhi dirigi le paure, imbriglia le mie voglie. Fermale, alimentale. E’ tra le Tue iridi che ascolterò la durezza di un maschio che si avviti cercando ogni pertugio Fammelo sentire prima ancora con la mente. E poi all’apice del mio urlo allora, girami fammi piangere allargando servendoti del mio dolore. Ma prima deflorami scrutami così sottomessa e pretendi .
Id: 23878 Data: 12/01/2014 10:47:24
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Fallo e basta!
"Alita sul mio volto qualsiasi Tuo bisogno. Che sia affetto, comprensione, depravata voglia, rabbia violenta, paura folle. Chiamami come mi senti puttana, cagna- da legare- bambina -da stuprare- oppure sovrana -da soddisfare-. Posso percuoterti e percuotermi. Sputa sul mio buco ogni contrattura efebica e scivolami. Calmati e calmami usando ,prendi quello che più serva, a Te. Consenti al mio odore di placare il Tuo prorompere Ti chiedo di usare, sfruttare, affliggere…cullare. Fallo ora che son forte. Non temere la mia eroina che dai muscoli allenati Ti solletichi la lingua. Fallo e basta, ora sostengo! Non pensare."
Id: 23569 Data: 20/12/2013 05:35:22
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Muto
"Muto scivolo verso cambio, mi scoloro. Impallidisco e allungo le labbra. E’ sul Tuo ventre che voglio ammansire le mie membra e ‘ sopra le Tue bocche che Ti chiedo di farmi riposare. Muto mi definisco, sono primitivamente donna per questo porto in me una mascolina debolezza. S’è svelata nell’istante di una mancanza squamosa. Ibrida-mente sorgo e poi sul “ Venereo “Monte m’innervo.
Mi disfo sulla Tua Luna in un’impulsiva quanto tenera metamorfosi."
Id: 23406 Data: 06/12/2013 19:29:16
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Lui
Lui è un Uomo di cui è impossibile non sentire la mancanza perché avvolgente come le spire di un pitone. La Sua è un’elegante freddezza dissimulata da due pozze azzurre. Lui è impulsivo e controllato indefinito e saldo. Impallidisco di piacere davanti al tumulto della Sua perversione. Sono costretta a un’apertura totale un abbandono femminile lamentoso, morbido. Nella volontà virile mi sfida protegge l’anima flagellando la mia mente. Io non posso che possedere non desidero che inginocchiarmi. Sono solo un suo prolungamento quando mi parla mi sbriciola.
E non mi scopa mi saccheggia. E non mi ama mi partorisce.
Lui Nella gola incendia brucia nell’ano nella mia fessura fruga. Tra le sue dita piango la gioia.
Lui solo Lui nella mia testa.
Id: 22927 Data: 31/10/2013 15:59:37
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Stasera posso essere?-
Stasera mi sento maschio ho il clitoride nervoso. Inspiegabilmente si è ingrossato occhieggia ardito nella carne. Stasera ho voglia di infilare di sbattere i fianchi sui culoni bianchi. Appoggiare la mia “durezza” negli incavi. far sentire la femmina una regina. In fondo potrei saperci arrivare abituata a prendere e a lasciarmi fare! Che voglia di affondare nelle tette calde mettere il naso tra le cosce lunghe. Voglio fare il maschio per una volta nella Vita. Ho un fiore mielato che posso usare avendo poi il privilegio di ritornare.
Dolce donna , femmina tutta da chiavare.
Id: 22907 Data: 30/10/2013 05:13:31
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Demone Ninfesco
Tienimi così, tra le tue gambe brune Stringimi e fatti sentire ,che intuisca le Tue forme Sai che nella mia insicurezza non mi basto e non mi piaccio Ho bisogno di vedere quella Tua passione insana Che poi toccherò con le papille Spremerò dentro! La mia vulva… Assorbimi e asciugami con la Tua peluria Com’è dolce il suo brillio mentre avvicino la mia lingua Dimmi sempre che son bella, che scopo come una dea marina Il nostro atto sacrilego per gli stolti Libera il mio demone ninfesco Così Ti seduco Esplodo in mille pezzi Ritorno a TE come volevi
Perché ora insisti e piangi Distogliendo la purezza del tuo sguardo
Id: 22610 Data: 09/10/2013 17:42:19
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