Canto dell'amore insperato
Oh, perché sei venuto, e come, ora che la luce
s'ottunde e si vapora sulla terra inerte,
ora che autunno è diventato inedia?
La tua bellezza non è più inferma, il tuo viso
non si reclina, non ha più pallori,
sorride nello sguardo d'amore che ti diedi
ignara del mondo e sorda a ogni richiamo
che non lasciasse il tuo corpo risplendere
nel buio o in una luce di magnificenza.
Perché sei venuto, voce dell'alfabeto vivo
e universale, e luce profondata nella notte
come nel fondo del marino abisso
nota impigliata che vibri sola?
A lungo ti ho cercato, a lungo, e sono stanca:
le mie mani, i miei gesti sanno
la febbrile attesa. In un mondo che non quantifichi
o misuri ti ho voluto, che non chieda a ciò che è
d'essere altro. Dimmi il tuo richiamo, concedimi
il tuo evento, ch'io non mi aggiri ancora,
ancora non mi perda tra le galassie di questo
eterno niente, incerto come viaggiatore
in terra straniera, che non mi affacci al baratro
senza fondo nell'universo delle inconsistenze.
In te adoro gli idoli eterni che qualcuno
mi concesse di sognare: i miei aditi
si aprono a percepire la tua sola Imminenza.
Quando camminerai insieme agli uomini, compagno
e compagna dell'ebbrezza, quando la dirompente
tua fermezza frantumerà i cuori di carne
trasformando in pura gioia la bellezza?
Da "Penelope e altre poesie"
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Rossella Cerniglia, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.