ecco, Antonio così se ne va
spalle alla follia delle vetrate
all'istintivo agghiacciante del considerare
gli altri da grattare via con l'unghia al tendine
- chiunque ne saprebbe poco e meno -
delle trazioni in punta per l'arrivo di una lettera
una gioia che conclude in un mentito a presto
eccolo che fronte a proiezioni ti regala
l'urlo della distrazione da una voglia
per ballerine che avvitano sprofonda ammirazione
la vita la forma lo splendore la cura
chiazzante l'alto in giallo a bianchi spazi il basso
da incidere col batterci ogni mossa nel momento
una parola buona è l'altro che ti osservi
Antonio a guarigioni riprende la via
dalle pietanze consumate al fermento su infezioni
dall'umore arrestato i passi visto piovere
dal silenzio in gestazione di gatti sotto con le pulizie
dall'ardore delle case dietro inutili recinti
dal rancore verde eterno in muschio sopra orizzontali
eccolo l'amore, Antonio se lo tiene
addosso come la promessa delle strade che ti portano
da sempre dove vuoi, da sempre dove sei
considerate piccole le imprese dei librai deserti
dei volatili sui monumenti zampettati
della madre di tutti gli odori appassita sui fornelli
di scellerati impudenti abbracci umido mare
Antonio, abdicando un affaccio ancora
potrebbe quasi dire
che è sempre lui a tornare indietro.
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