Le nubi attraversate dalla luce
non hanno i colori della primavera,
lo staglio d’orizzonte tra i palazzi
è breve, agile il volo tra le case.
Le esili falci che sono le mie ali
tagliano il vento, sfreccio
tra le vie dal colore antico
dove intuisco una tristezza.
Manca chi abbia l’innocenza
di raccogliere qualche verità.
È la sazietà o la smisurata fame
a occupare il posto alle domande.
Un mandorlo fiorito è bellezza e vi balzo,
mi tuffo nella chioma, nel colore,
poi salgo lontano dall’asfalto
inganno la gravità banale,
la fretta senza sogni.
Dall’alto mi accorgo
che tutti guardano il mandorlo fiorito,
che questa scura aria non piace
e canto strappando la tristezza,
lo senti il mio garrito?
È primavera.
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