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Accabadora

di Adielle
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Pubblicato il 06/01/2014 17:48:08

Bestemmiò un silenzio più forte di qualsiasi Cristo

con l'anima tirata dentro i polmoni

tanto che al secondo colpo di tosse

pensò di averla cacciata fuori

di poterla vedere con i propri occhi

come si fa con l'ombra scagliata in terra dal sole

ma sole quel giorno non ce n'era

nè pioggia nè vento a riempire quello spazio vuoto

in cui si è soli quando si ha certezza di un tradimento

e non vuoi più quello che volevi un battito prima:

quell'istante in cui si rompe

il meccanismo perfetto di un cuore di bambina.

Nata due volte morta cento le esplose improvviso

il desiderio di non essere mai stata figlia.

- le tue parole aratro rendono giustizia alla terra che aprono -

e l'accompagnano mentre prepara le valige per andare altrove

a cercare una tregua a forma di pace, lontano

un altro porto, un grembo diverso da sfamare, di cui essere serva.

Nostalgie fatte di mandorle l'andranno a cercare dove s'è nascosta

fatte di ciliege troppo rosse

per non macchiare un camice

se strette tra le mani chiuse nelle tasche.

Dove vanno le nostre colpe se le vediamo solo noi?

Il paese mormora di niente

e fa castelli ancor prima delle strade per raggiungerli

l'aria diventa l'elemento cui si affidano le preghiere

a cui i santi sono sordi.

Scaramanzia cara magia sacra e profana

come un raccolto rubato

con un gioco di confini spostati nottetempo

luna permettendo e l'altra chiudendo un occhio, l'accabadora.

Così può capitare che un uomo che si reputi tale

decida di agire per vendicare un torto solo se necessario

chè il superfluo costa caro se hai già poco

e vuoi tornare a casa sulle tue gambe.

Quanto ancora dovrà cambiare la forma del suo seno?

Quanto il riflesso nello specchio.

Cosa credi? Che basti chiederla la felicità?

Che si possa far l'amore così, per amore?

Non t'ho insegnato niente, sto morendo senza un'erede.

Dice la vecchia con un filo di voce 

e quel filo tesse trame di mille anni

e quelle trame le tessono penelopi coi guanti bianchi e senza sorrisi.

La guerra strappa i jeans appena comprati

come i rovi d'estate quando hai fretta di tornare.

Non ha tempo e non ha voglia d'essere triste, di avere fame

ma la gonna nera ottiene l'effetto

il lutto una linea tirata diritta in terra da cui ripartire

l'eccessivo gusto della modestia nella scelta del cammino

passo dopo passo fino a riva dall'altra sponda del mattino.

Non dire mai non bevo l'acqua da questa brocca

perchè la sete ha le sue strade

e una volta bisognerà pur tornare a percorrerle.

Puoi fare di meglio che rimanere asciutta

puoi fare di meglio 

puoi lasciare che sia disse l'onda.


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