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La -stella- Kahlil Gibran

Argomento: Letteratura

di Felice Serino
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Pubblicato il 21/05/2019 09:54:13

Si può a buon diritto ritenere che Kahlil Gibran sia stato uno dei fondatori della New Age. Era nato a Bisharri (Libano) il 6 gennaio 1883.

Diceva all'amico Nu'ayma che egli era un "falso allarme"; perché chiunque ignora la propria vera natura è destinato a restare un falso allarme.

Gibran sentiva di non avere il diritto di impersonare il ruolo che si era scelto. Questo perché si rendeva conto di non mettere in pratica ciò che andava predicando. Era il 1921 quando stava lavorando alla stesura di The Prophet, e in seguito a letture pubbliche cominciava a essere identificato con quel ruolo.

Nel 1895 la famiglia emigra a Boston, nel periodo in cui vi è un'emigrazione di massa di siriani in America. Gibran frequenta un gruppo di giovani poeti e artisti decadenti il cui leader è Fred Holland Day, fotografo ritrattista. Lo stesso Day favorisce la trasformazione di Kahlil in una sorta di rivoluzionario.

Gibran ebbe rapporti di amicizia con famosi e influenti personaggi di Boston e New York, eppure si sentì sempre fratello dei poveri del mondo.

Ai versetti della Bibbia e ai versi di Walt Whitman si ispirò per trasmettere il suo messaggio alle future generazioni - per le quali resta un punto di riferimento quale stella che rifulge per sempre.

Dal giornale Al-Muhàgar su cui egli scriveva regolarmente, vogliamo citare un breve estratto, riguardante una sua monografia sulla musica:"Oh tu, vino del cuore, che sollevi colui che beve alle vette del mondo dell'immaginazione; onde eteree che sostenete i fantasmi dell'anima; mare di sensibilità e tenerezza; alle tue onde prestiamo le nostre anime e alle tue insondabili profondità affidiamo i nostri cuori. Conduci quei cuori oltre il mondo della natura e mostraci ciò che si cela negli abissi del regno dell'ignoto".

Gibran scrisse opere di poesia e narrativa (Le ali spezzate, Le ninfee della valle, Spirito ribelle). Fra i suoi autori preferiti si possono citare Whitman e Blake, Tolstoi e D'Annunzio, Ibsen, Strindberg, Nietzsche. Già a 19 anni i suoi scritti erano stati paragonati a quelli di D'Annunzio, ma egli stesso si rendeva conto che il paragone era esagerato.

Per completare la sua istruzione, nel 1898 i suoi lo mandarono a Beirut. Da una dichiarazione rilasciata a Mary Haskell, sua corrispondente, si viene a conoscenza che "il ragazzo senza alcun motivo apparente rinuncia all'imbarco prenotato e cambia il biglietto con un altro sul piroscafo successivo. Quello sul quale sarebbe dovuto partire affonda con tutte le 800 persone circa che sono a bordo, poche ore dopo aver lasciato New York".

Gibran aveva carisma. Intorno alla sua straordinaria figura ruotano molti episodi, esposti dai suoi biografi, per la maggior parte da ritenersi fantasiosi o leggendari perché privi di verifiche. Ebbe una fitta corrispondenza epistolare con Josephine Peabody, affermata poetessa. La relazionasi approfondì a partire dal compimento del 20° anno di età di Kahlil. Lei aveva otto anni più di lui e il suo sentimento si può tradurre in un desiderio di dare protezione. Lo riteneva un "genio", un "angelo" e un "profeta". (Egli lascia una vasta produzione di disegni e dipinti; le immagini sono imperniate su una dimensione soprannaturale e di regni trascendentali, chiaramente ispirati a William Blake). Alla lunga, la sua relazione con Josephine finì per incrinarsi; a seguito di un litigio lei strappò tutte le lettere. Kahlil la riteneva la "donna fatale", e forse questa fu la sua vera colpa.

Nell'estate del 1904, a una mostra di suoi lavori, egli conobbe Mary Haskell, che avrebbe avuto una duratura influenza nella sua vita. Aveva 30 anni ed era attivista nel movimento operaio femminile.

(Varie altre presenze femminili giocarono un ruolo importante nella vita di Gibran, alcune esclusivamente di natura erotica. Esse spesso posavano per i suoi ritratti).

Nel 1908, dopo un breve periodo trascorso a Parigi, egli riprese la relazione con Mary, anche se lei gli fece chiaramente capire che non l'amava ma che voleva restarle amico. Aggiunse che l'accettare la richiesta di lui di sposarlo si sarebbe rivelato un grossolano errore.

Nel 1911 Gibran, sempre più convinto che il suo futuro era New York, vi si trasferì. Infatti se non fosse stato così, egli non sarebbe mai arrivato all'attenzione del grande pubblico. Fu un periodo felice; la vita a New York gli faceva bene. Le sue lettere a Mary traboccavano di entusiasmo: "osservo con mille occhi e ascolto con mille orecchie per tutto il giorno". Iniziò a tenere delle conferenze. Il suo mondo ora si stava rapidamente allargando e la sua stella cominciava a rifulgere.

Può sembrare assurdo che un giovane di 28 anni faccia testamento, eppure Kahlil ne redasse uno a favore di Mary, lasciandole tutti i suoi quadri e le sue sostanze in denaro, poiché sentiva che sarebbe vissuto - profezia che doveva rivelarsi esatta - ancora per altri 15 o 20 anni.

Negli anni successivi il rapporto di Kahlil con Mary si consolidava sempre di più. Lei nelle lettere aveva per lui espressioni di idolatria e venerazione. Lo andava a trovare spesso a New York. Non si rendeva ancora conto di venir usata. L'adorazione che nutriva per lui le impediva di vedere i difetti del suo carattere. Oltretutto, lei era per lui anche un grosso aiuto economico.

Da parte sua Kahlil, affetto da narcisismo, sentiva di avere le stimmate del messia e viveva momenti di autentica esaltazione. Sosteneva di avere una "capacità di introspezione superiore a quella di Buddha e di aver fuso la sua consapevolezza con quella del pianeta e dell'universo".

Nonostante lo desiderasse ardentemente, la coppia rinunciò ai rapporti sessuali ritenendo di avere già un'unione perfetta, una specie di sesso spirituale; o forse la ragione stava anche nel fatto che i due "amanti" erano consapevoli che il sesso "spicciolo", temporaneo, avrebbe finito per abbreviare la loro relazione, sopravvenendo la sazietà della ripetitività. Kahlil - si legge nei quaderni di Mary - afferma di aver lottato per questo obiettivo e di esserci riuscito, per conservare "altri centri di energia superiore".

Nei 10 anni che seguirono essi si scrissero regolarmente ma i loro contatti andavano man mano diradandosi.

Nell'aprile del 1920 fu costituita l'Associazione della Penna. Gibran fu eletto presidente e Nu'ayma segretario. L'associazione ebbe vita fino al 1931, anno della morte di Gibran. Ormai Kahlil non scriveva più in arabo ma in inglese. In un poemetto intitolato Il poeta (dall'antologia The Vision), egli scriveva:

Un anello tra questo mondo e l'aldilà; una fonte di limpida acqua per gli assetati; un albero cresciuto sulle rive del fiume della bellezza, carico di frutti maturi per i cuori affamati... Un angelo mandato dagli dèi per insegnare agli uomini le vie degli dèi. Una lampada risplendente che il buio non vince poiché non sta sotto il moggio.

Ad aggiornare l'immagine che avevamo di Gibran, ecco venirci presentata l'altra faccia, quella che non s'immaginava: la diagnosi (siamo nel 1929) parlava di ingrossamento del fegato, causa della sua dipendenza dall'alcool risalente presumibilmente ad almeno tre anni addietro. Nel novembre 1930 iniziava il processo degenerativo che doveva portarlo alla morte. Forse - è un'ipotesi - la difficoltà d'identificarsi col suo ruolo può essere stata la molla scatenante...

Il suo capolavoro Il Profeta fu pubblicato da Knopf nel settembre del 1923 (ma era rimasto in gestazione per almeno 4 o 5 anni per essere perfezionato, sebbene l'idea del suo libro risalisse già al 1912, quando alcuni frammenti cominciavano ad apparire sui suoi quaderni o diari). Negli anni della depressione se ne vendevano in media 13 mila copie all'anno. Nel 1957 era stato superato il milione di copie. Attualmente solo nel Nord America le copie vendute raggiungono la strabiliante cifra di 9 milioni. Oggi The Prophet è anche disponibile su Internet.

Da molti critici il libro venne sottovalutato perché ritenuto monotono; al contrario, l'Evening Post di Chicago lo ritiene tuttora una "piccola Bibbia". "E' il mio primo vero libro" - dice Gibran della sua creatura - "il mio frutto maturo". Negli anni 60 correva voce che ogni hippy avesse nello zaino una copia del Profeta.

Andando a sbirciare nei quaderni di Mary, si possono trovare molte descrizioni di sogni fatti da Gibran su Cristo - più che sogni vere apparizioni, rivelatrici del fascino che la figura di Gesù esercitava su di lui. "Visse come un capo" - si legge in Il Crocifisso - "morì con un eroismo che spaventò i suoi assassini e i suoi torturatori [...] ". Il suo libro 'Gesù, figlio dell'uomo' può essere letto quasi come un nuovo Vangelo apocrifo. Riguardo il successo di vendita, esso è secondo dopo Il Profeta. Gli dèi della terra, l'ultima sua opera, fu pubblicato appena dopo la sua morte.

Gibran non seppe mai chi fosse veramente. Diviso tra oriente e occidente, simile a un crocifisso le cui braccia sono distese tra queste due polarità; - immagine che richiama un fatto avvenuto quando egli aveva dieci anni: si dice che a causa di una spalla fratturata in una caduta, fosse rimasto per 40 giorni legato ad una croce.

Kahlil Gibran morì di cirrosi epatica, dopo uno stato comatoso, il venerdì 10 aprile 1931, alle ore 22.55.

Boston lo ricorda con una statua in marmo rosa, all'ingresso della Public Library. La targa con l'incisione: " Kahlil Gibran 1883 - 1931, poeta, pittore", è opera di Kahlil Gibran il Giovane, scultore di Boston.

 

Chiudiamo questo breve lavoro con alcuni suoi versi, tratti da La processione:

E sulla terra la morte, per il figlio della terra,

è finale, ma per colui che è

etereo, è solo l'inizio

del trionfo che egli sente già suo.

 

 

Fonte

Robin Waterfield, Profeta - vita di Kahlil Gibran, Guanda 2000.

 


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