Pubblicato il 30/12/2013 10:58:24
ruzzolava quella mania di vita dal profumo di ossa smaliziate cedeva il passo a niente, la fretta umana. piegàti sulle code delle stelle accomodiamo i passi a rinnovo di tracce di fango puro di peccato e sempre - da quel lungo dolore asciutti - schiviamo i segni, gli orpelli, le mani di foglia, le statue piumate, i fondi di caffè bevuti, gli Adami, le schiume serali, i nidi d’uccelli. entra nel mio tugurio impensato lucidane le forme a cera di candela e spera che non sia il contrario di un paradiso eterno questo saziarsi d’acqua torbida alla luce di un rosso scuro.
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