Una piaga luminosa di dolore
non fa uscire la notte dalle stanze
e stai seduto davanti al telescopio
dondolando lentamente le ginocchia
nell’ora del cielo, la più bella
la più forte, di quarta vigilia
per distendere il torace di chi muore
sul carro dell'Orsa Minore
cerchi pace nella sera dalle botte
facendo il segno della croce senza il padre
ascolti nascere le stelle rasoterra
la continua creazione di speranza
verso il punto di luce che ti allarga
mi commuove saperti alla finestra
smarrito nell’anello che ti unisce
dentro il guscio di percosse ricevute
è il tuo dito che punta verso il cielo
mentre io, da qui, non vedo fuori
ma so che torneresti a casa – Andrea-
colmando il vuoto del segno nella croce
se ancora avessi tua madre da proteggere
e non un segno bianco sul costato-
in cui entrare piano è rimanere
un passo indietro - denso di preghiera
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