Nella ricerca vibrante dello spazio
di finitezza umana ci aiuta la sera
a dire sì alla sua conclusione, con la mano
lasciamo la presa e il cuore s’innalza a ritroso.
Nel ciclo dell’aurora, nella tremenda dolcezza
dell’origine. mi contemplavi dentro l’acqua
e ai piedi, con la tenera pazzia di un turbamento,
lo sfrigolio dei lumini sulle dita
mappando l’inguine la luce
ravvolgeva in ombra l’abisso d’altri segni
ripercorrendo il sangue e nulla,
verso le altezze d'ora
ha la stessa voce dei salmoni
sul tuo pendio più azzurro
per gettare una scintilla nell’inverno
della distanza- è una voce di forza elementare
se l’inverno mi ritorna il volto del tuo nome
per contenere tutta l’acqua. tra le gambe
sgorgando la verità di quell’amore .
Controcorrente- Giorgia Lubian
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