Pubblicato il 05/12/2013 18:38:21
Profondissima notte
Fu nelle ore immemori
quando l'uccello delle tenebre
picchiando alla finestra
fece entrare la notte profondissima:
un orrido silenzio
nell'intimo destato
più concreto si pose
del mio corpo.
Dipanandosi veniva
da me stessa silente
spesso umore avvolgente
e mi fasciò
crisalide nel bozzolo
siderea mummia
tramandata oltre il tempo
immagine di ma sprofondata
libero archetipo
d'un'invitta fine.
I rami picchiettarono
sui vetri
l'incubo sognato nella veglia
(cosciente e infausto)
mi penetrava dissolvendosi
il corpo:
l'angoscia mi pesò
come la pietra
calata sopra il petto
poi che la presenza
frantumata si fu
in impossibile nulla.
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