Riluce dove è oscuro
quel colore infantile quel caos
di madidi amori da succhiare
stimmi febbrili d'uguale dolore
mostrando del nudo la verità
-gli slarghi del tepore
violentemente amante-
per concessione dell’inverno
con le punte trasparenti verso il cielo,
che si apre lentamente in un'aurora,
degli alberi, che emergono brillanti
battendo coi bastoni sulle porte,
per la questua interamente d'edera,
col fiato caldo avanzi
presenza solitaria e silenziosa
apparentemente inanimato
t'intuisco appena, visionaria,
tra i rami stretti del tuo buio
mentre ti espandi in uno specchio d'acqua
semi cosciente, della vita nel laghetto
in minuscole gioie fai vibrare il tempo
liberato dal ghiaccio del mattino
danziamo flessuosi, gocciolanti d'acqua
e, capaci di commuovere anche l'aria,
dove mi sfiori senza fare gesti
sono così piena del tuo volto..
-anche se non ne so nulla- a dare vita,
che il farsi della vista è l'armonia
che avanza in solitudine stupenda
che avanza respirando con l'argento
dell'abete sulle labbra del Natale
" tu vivi presso me" -mio donatore-
lungo le rive gli alberi e le vene
e- non so chi sei che amo
oltre la poesia.
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