Erigi cantando chi vive
e muore mi hai detto sul foglio
a colonne, cupole e altari
da correrci intorno col fiato
che tiri da sotto il maglione
a riempirsi Come una jihad
il mio credo la fede d’amore
sostiene lo sforzo fa leva
solleva il tessuto e t’avvolge
ogni volta protegge, ti pare, irruenta
preghiera di fede l’anello che tiene
ed implora nel rischio che accresce
la voglia d’amore, la parte mancante
d’inverno, le forze di petto
unite per stenti sollevano il grumo,
che piano riprende, che costa fatica,
dolore di fiato che trovi disgiunto.
La nostra casa solleva le pietre
tocca lo spazio al confine di voce
si fa grande in silenzio vibrando
costruendo sistemi di attese speranze
patteggiamenti di pene, per quel che ci resta
e non morire. Come un totem di dentro
mi scoppi e risorgo. Non so
se sei consapevole di cosa mi renda
scuoiata, nel sentire le mani,
tra un corpo che s’_offre, quando ritorni,
dai canti originari di cose Estreme
e ti sento risalire contro l’abbandono
che spegne la voce in buchi di luce
A cantare piangendo, senza fine nel tempo,
senza fine non muori Padre Nostro nei Cieli
Elusi mystèria, correndo la spina dorsale
doppia di meraviglie, le basta Un dipinto
per vivere una pretesa di Mondo-
fosse il mistero del non potersi più dire
i semi che fanno nascere i prati
il segno che racconta di un corpo-
che non finisce mai d’iniziare.
Rabdomanti di parole noi
sgorgo di sillabe per trasfigurare
Le cerco perché la sete è
carovana migrante, la fonte , la pozza
in questo deserto il tragitto
gramaglie di nomi che fanno il perdono perchè
non lo potrai più addormentare
chi hai tra le braccia tenuto a fuggire.
Carovana di sete le dimissioni dal prato
alla luce devote
cercano un angolo, l’ombra
a nascondere sposebambine
all’appena,
oltre i Monti Mari Pelori, sull’orlo
dove comincia l’oriente, fin quando
dirai delle cose il Suo Nome
dentro nel buio: tu guarda:
Lui tiene in mano una castagna
Lei sente gli alberi gridare
Lui tiene in borsa una melagrana
Lei sente i monti camminare
Loro non s’incontrano mai, per adesso
perdono Sillabe nere sul foglio
Loro si dissanguano in luce.
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