Pubblicato il 06/05/2018 00:47:53
Avevo quasi dimenticato di avere pubblicato, ormai nove anni fa, nell'arco di un paio di mesi, venti poesie da me scritte in francese in un sito transalpino ( "Poésie Webnet" ) , quando l'altro ieri ho ricevuto una mail in cui gentilmente mi si comunicava che era in corso una ristrutturazione del sito e che forse avrei avuto bisogno di una nuova password per pubblicare ancora (ipotesi quanto mai remota, perché la mia vena poetica in francese si è ormai esaurita da tempo) . Ho approfittato, comunque, dell'occasione per leggere gli ultimi dieci "Coups de coeur" (le poesie considerate migliori dalla redazione) , quelli dal 2015 ad oggi, e ho notato che almeno otto poesie (su dieci, ripeto) sono scritte con una qualche metrica e con parecchie rime (ad esempio, "Vaisseau de cristal" , di un certo "Sans Plumot et sa poussière" , inizia così: "Dans un temps dilaté - trop fragile élastique - / Que l'on tend trop et trop jusqu'à ne plus le voir / L'homme marche en déni dans un rythme drastique / L'image du futur reluit dans son miroir... " ) Siccome il sito è parecchio quotato (è probabilmente il migliore di poesia francese) ed esigente (si deve aspettare quasi una settimana per la pubblicazione, e varie poesie vengono rifiutate, vuoi per errori ortografici, vuoi perché ritenute incomprensibili, ecc. ) , mi domando chi abbia ragione, i Francesi o gli Italiani. Nei siti italiani, infatti, le poesie in metrica e in rima (come quelle, sulla "Recherche" , ad esempio di Lorenzo Tosco, di Melandri, di Santoro, di Bettozzi... ) sono di solito tra le meno lette e commentate, mentre altre, a volte magari quasi incomprensibili, sono sovente lodatissime... Ha più ragione chi si collega ad esperimenti fatti ormai cento anni fa (e che forse non desideravano neppure eredi) , o chi, considerandoli ormai superati, recupera una ben più salda tradizione quasi millenaria?
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