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Sei Cento Quarantasei

di Emilia Filocamo
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Pubblicato il 13/11/2013 20:13:39

I muli - Lattari dormono anche

stasera, la fredda colata è nera

e dalla punta di tutte le punte

si muove discreta

un'anca più chiara: il morticino

Luna ci prova a fiatare, ma poi

subito smette ed il ricordo è

martirio. Più sopra, dove

l'abitato è afono, stanno le

tane di chi ha traslocato: bionde,

bruni, giacche ed ombrelli, pari

e dispari, troppo presto o longevi.

Sui miei nonni non ci sono nomi:

la Croce è il nano di due cumuletti

smemorati, la terra una gobba,

 il  boa  digerisce ex bambini

sotto coperta, arca che ruba

alle case con buio rintocco.

I miei nonni sono spenti

in quel letto da anni: papà

volle che fossero zolle senza

mai marmo,  i fiori sparsi,

coriandoli  anche post martedì grasso.

Ogni tanto un tafano ronza intorno

e li prega. E racconta, piccione

furioso, i giorni di chiusura e

 quelli di concerto, il mio ventre

ancora sfitto e l'abito che mi corre

davanti, bianco poltergeist sacro.

E di me in catene che,  sciocchina

e sudata, da tempo gli

tendo il patetico agguato.


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