Ecco perchè i miei occhi non vedono tutto
perchè non tutto scorre, per esempio
in egual misura;
chiedilo alla pioggia
o al mio ventricolo sinistro
da quale parte scivola il flusso migliore.
Un'ellissi di senso il tuo fiuto per l'acustica
di un temporale, senza commozione
prima che l'ultimo passo falso
non ti abbia condotta alla solita pozzanghera,
avrai battuto tre volte le palpebre
a sgranare quali rosari fuori da un portone?
Il cavillo dei piatti quando rullano i tamburi
e un giorno distratto sciacqua via
le maledizioni giù dai campanili
fin nel greto segreto dei tombini
a riposare il credo antico delle fogne
e gli spergiuri dei braccianti agricoli
ad asciugare i campi e mettere in salvo le formiche:
quando saremo selvatici abbastanza
da fare a meno di una guancia,
di un bacio sulla?
Voglia della tua lingua nella mia bocca
nella mia bocca
randagia di fremiti
dischiusa a sillabe
vortice mantice
che affanna il peccato con le sdrucciole
"tavolo, esile"
e decreta la mia fine nel più tenue dei si.
Siccome sei bella il vento che non ti spoglia mi delude
e mi pronuncio sulla questione buttandomi in un pozzo nero
è meglio aspettare quell'unico soffio
piuttosto che chiedere perdono ed essere sincero.
La luna nel toro mi dona un certo fascino
perciò me ne tornerò in manicomio
fischiettando al grigio dei palazzi.
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