Pubblicato il 07/06/2009 12:18:44
Asfalti bollenti scorrono sotto piedi di tufo sbrecciato, assetati di pioggia. Come tapis roulant bullonati ad orizzonti trasversi e macilenti, rendono vano il passo a frettolosi tacchi a spillo. Tra le crepe della schiena e lungo i fianchi di roccia, il vento secco di ponente ha cantato la sua storia. Se potessi scorgere negli occhi del cielo un pianto sincero di lacrime di pietà e afflizione, trafiggerei la placida luna con latrati di lupi in agonia. Se solo riuscissi a cogliere in quella bocca socchiusa un solo accordo, una sinfonia, accarezzerei il ventre della terra e cercherei un comodo giaciglio. E mi unirei al canto, con le braccia e con la mente. E’ un rantolo invece il suo lamento e mi allontano, incapace di gestire il peso di un cordoglio.
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