Così convinto di appartenere a questa e ad altre terre
da respirare controcorrente
spense d'un soffio la candela, il viaggiatore d'occidente.
Il buio fradicio di stelle s'inzuppò del vino del suo bicchiere,
scompose un sorso in tanti piccoli fremiti a labbra strette
e una goccia gli bucò la pelle.
E' la decadenza, pensò ma si fece coraggio lo stesso
prese le sue paure come ostaggio senza chiedere il permesso
a nessuno e guardò la luna di traverso:
- Non mi fai paura , quella tua è una dittatura che schiavizza i poeti
ma io non sono debole di versi, il mio cuore disadattato
lo butterò oltre lo steccato calpestando tutti i petti
in cui non c'è sentore di battiti e per questo farò presto a contarli.
Quando raggiungerò il passo del vento che soffia senza ricatti
mi metterò i tuoi raggi alle spalle come fossero traguardi al contrario-
Cominciò a correre scalzo nel bosco
ogni ramo ogni foglia ogni tronco
gli parlavano d'amore come mille fanciulle dai petali d'oro
e gli capitò di pensare a come nessuno si adatti a viver di paure.
Quando raggiunse il mare credette di annegare e non pianse più.
Bisogna avere il coraggio anche di dire le stesse cose
che hanno detto tutti meglio di noi
perchè non c'è premio migliore di aver provato il gusto
di aver detto giusto quello che vuoi:
-Non sono che il contabile dell'ombra di me stesso
se ti guardo ti attraverso e so che stai parlando di me.
Dammi la forza di scavalcare queste onde
di sopportare una sete più forte della mia malinconia
bnedici le mie braccia dona forza alle mie gambe
e sia quel che sia-
Si tuffò senza sognare il perdono
e qualcuno lo vide calpestare l'acqua con la furia di un uomo
che non ha nulla da perdere.
Quando la riva fu lontana si sentì solo:
-Che la mia giovinezza fosse un tacito accordo
tra il cielo e la terra solo adesso me ne accorgo
e se serve del sangue ad ogni costo correte a dargliene del vostro
ma il mio risparmiatelo per qualche altro posto
che non sia ora qui-
Questa volta nessuno lo ascoltò.
Non mi fai paura,quella tua è una dittatura che schiavizza i poeti
ma io non sono debole di versi,il mio cuore disadattato
lo butterò oltre lo steccato calpestando tutti i petti
in cui non c'è sentore di battiti e per questo farò presto a contarli.
Quando raggiungerò il passo del vento che soffia senza ricatti
mi metterò i tuoi raggi alle spalle come fossero traguardi superati.
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