Chi guarda il cielo
Se ne sta muto al buio
Pendono da qualche parte
Quelle stelle
Una ad una
Appoggiate al ricamo del mistero
Sguardi finiti lo scrutano
A reggere l' urto dell' immenso
Così lontano
Così proibito
Se vaghi con lo sguardo
Piomba sul petto il peso a trasalire
Che di colpo la materia si fa amica
E narrano le miserie nascoste
Di palmi delle mani
A imbrattare pareti fatte di niente
E più lontano langue
L' impronta delle cose date
Come il mormorio delle voci
A spiare
Al cesello di parole brinate
Solide, davanti al tepore della primavera
Al sole Dell' autunno
Allo sguardo di un bambino.
Le parti suddivise
Tintinnano su quelle disegnate
Per il gusto dei poeti
Accomodate dalla grazia del finito
Fatto a pezzi
Schedato
Non ne vuole sapere
Di smettere di incantare
Appoggiato su pagine e pagine
Riprende il volo
Al protendersi delle dita
Fino a dove il sogno
Non arriva
Fino a quando
Una nenia leva il calice
Al canto di un usignolo
A lasciarti senza fiato