Caro mio simile,
scrivo questa lettera per fare alcune considerazioni che siano utili a te e a me.
Siamo esseri umani, e tra l'altro abbiamo una pancia. Mangiare è una necessità e un piacere. È uno dei piaceri della vita. Ma per mangiare in maniera corretta occorre osservare qualche regoletta. Non lasciamoci dominare troppo dal nostro stomaco. Ricordiamoci che non si vive per mangiare, ma si mangia per vivere.
Non dimentichiamo che il pane quotidiano molti non ce l'hanno, e che tutti quegli alimenti che buttiamo nella pattumiera potrebbero sfamare tanti indigenti, in particolare parecchi bambini che muoiono di fame.
Non dimentichiamo che non abbiamo soltanto una pancia, ma anche un'anima, e che anch'essa ha bisogno di cibo con frequenza. Non facciamo che il nostro corpo sia sin troppo pasciuto, e il nostro spirito sia deperito. Si può pure arrivare al paradosso che il corpo soffra di bulimia, e l'anima soffra d'anoressia. Cerchiamo di alimentare in modo salutare l'uno e l'altra in armonia. Ricordiamoci che la pancia passa, e l'anima rimane.
Scrivo queste cose come promemoria per te e per me, perché la marea materialistica del mondo tende a sommergere tutto e tutti in un buio oblio. Cerchiamo di rimanere a galla e di non annegare, servendoci del salvagente dei valori salvavita.
Un tuo simile.
P.S.
Buona nuotata!
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