Rapisci con calma
canto fuori onda
portata massima del mio assillo
foglia che sceglie il suo giaciglio nell'aria
rosa che addomestica le spine
prova tregua sulle mie labbra
indicibile conforto la tua voce che s'avvera
nei paraggi dell'ascolto,
furtivo, nelle tregue della sera.
Alzo il volume a pie' di pagina metto un segno
per tornare sui tuoi passi quando farà buio
avere il coraggio di pregarti ancora
di cambiare il colore a quell'alba
che vedemmo schiena contro schiena
incipriarci il volto
in cima al prossimo mattino.
Di vena in vena la mappa delle vertebre
indica il cammino alle dita meno sveglie:
sogni d'oro amore mio
chiedo perdono per non essere stato tuo
che per il tempo breve di un guaito
ma t'appartengo tutte le volte che scrivi
per questo leggo sempre meno
devo mantenere spazi in cui naufragare i miei pensieri
coprire le distanze con mantelli che rendano invisibili
scendere a valle a cogliere gigli
evitando di farmi di tutte le droghe possibili.
Prima o poi mi sparerai alle spalle
mentre penzolo dalla clavicola ossuta della montagna
allora potrò dire di aver perso con cognizione di causa
il senso di una vita.
La cosa straordinaria è la voglia di fidarsi del vento
che hanno gli acrobati all'aperto.
Camminare sul filo votati al vuoto.
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