Pubblicato il 26/10/2013 21:23:15
Sestina
La tua mano sostiene il mio respiro
La tua mano sostiene il mio respiro che si calma soltanto alla tua voce mentre il ventre si muove ad onde larghe e la pelle di latte si distende sopra il cuore e il tumulto delle palpebre sognanti quel futuro di follia
di noi, soltanto noi, ché la follia - intesa delle labbra e del respiro sospinto a pelo d'acqua sulle palpebre - scatena angeli e demoni di voce sconvolge il fiato e l'anima, distende il corpo, il pathos, l'eros delle larghe
lingue di fuoco ai seni, delle larghe lenzuola bianche e nere, ché follia sconvolge, solo morte ci distende. Amore, tieni forte il mio respiro gustami nelle viole della voce che ti poso sull'alba delle palpebre
assorte sul contrario. Le mie palpebre sul rivolo che forma ciocche larghe di biondo e di piacere, danno voce ai lampi dei tuoi occhi, alla follia incendiaria dei boschi di respiro che mi soffi sul viso e che distende
i nervi delle querce, ci distende sul raso delle foglie, delle palpebre ed ogni bacio caldo, ogni respiro dimentica il passato. Sono larghe le ore che ci separano, follia questa brama di carne, poi di voce
tanto che questo giorno non ha voce se non torni con l'aria che distende le mie ali flosce d'olio. E' una follia pensare di vederti oltre le palpebre adesso, senza spazio, sulle larghe lingue, mentre mi togli ogni respiro.
Voce dei sensi, grida! La follia distende sul mio corpo vele larghe. Respiro, non svegliare le mie palpebre...
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