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Monologo del tipo H

di Adielle
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Pubblicato il 23/10/2013 21:28:44

Sedare i battiti come d'imbrunire muto lontano

 

forse a stento provai nuvole

 

nuove ali di gabbiano

 

colpendo i giorni a ritroso 

 

con il dorso delle mani a colmare qualche vuoto a caso

 

in cerca di uno scopo                                        -scavare via l'osso dal giardino-

 

terra svuotata d'aria e chiusa dentro un secchio.

 

Qui non si capisce un' acca

 

e me ne frego dei rantoli ritmati della malata che sono

 

invidio  gli spazi siderali che non trovano pace nel moto

 

la tua fronte che si corruga a lama di coltello

 

e proprio in punta ,un si ti prego,

 

mettici un punto o fatti una virgola.

 

Sono distante, la mia anima è distante, tutto brucia

 

quella che vedo andare a fuoco è casa mia

 

la mia testa, vuota per antonomasia, si cosparge di cenere da sè, d'emblèe

 

Se potessi sentirmi leggere, quale rauco vessillo d'impotenza la mia voce!

 

Ho fatto coriandoli dei miei polmoni e ucciso per molto meno

 

ma non ero buona? Grassa e placida nella mia pigrizia genetica.

 

Devo ricordarmi più spesso di essere schizofrenica,

 

ne va della mia onorabilità.

 

A frantumare il cielo mi verrà in tempo domani

 

oggi perdiamoci di vista al Luna Park della Violenza.

 

Entro in controfase, "guardo la fine che fa deriso dalla folla il clown"

 

e lo specchio mi distorce

 

sembro quasi bella, a sdrucire con lo sguardo le mie forme.

 

Ah con quanta parsimonia versai il sangue di mio padre nella clessidra

 

tuttora ne avanza sempre una goccia, quella che cade per prima

 

mi si dice che scavi una roccia, a bella posta, tutte le volte che la incontra

 

nel cammino dal vetro a terra e ritorno.

 

E' il suo destino.

 

No io invece non mi preparo prima mai, si vede e voglio che si veda.

 

Questo flusso mi appartiene quanto la Gioconda, 

 

vivo nell'aria e il fuoco dell'aria si nutre e questo mi basta

 

non ho fissa dimora, sono una fiamma che s'alza e dà calore

 

finchè la luce la inebria e la brama la sfama d'essere normale.

 

Ancora un passo per cadere finalmente giù

 

non s'arrende più il mio cuore all'istanza del vuoto

 

e disordinatamente leggo, chiudo gli occhi e vado a capo.

 

Anche oggi ho tremato un poco.

 

 

 

 

 

 


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