visto da qui
quel tetto avrebbe l'ombra
perfetta a contenermi occhiate
(di quelle che non ho mai mentito
nemmeno
quando bevo ogni mattina il tuo caffè
amaro
e il tuo profumo verde
e la mia mano ghiaccia a indicare il cielo).
a contenermi non basta un foglio bianco:
chi mi ha donato il vento? - me lo dicevi -
come un giuramento di un temporale
come uno spirito divino
svestito sull'altare, un pesce morto,
un fiato d'erba, come un figlio cresciuto,
un autunno ingannato dal sonno
tra il rosso e il giallo cittadino.
da qui avrebbe senso ogni senso.
da qui rido ogni mattina dei miei gigli bianchi
sulla testa alta. da qui china
su quel tetto che ha la forma scompigliata
e santa a cantare avemarie. da qui
ti chiedo - riposiamola in un cassetto
e baciamoci silenziando
quel che vive dell'amore.
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