Il contabile alzò lo sguardo dal foglio su cui stava lavorando da troppe ore. Si tolse gli occhiali, spinse con un gesto di stizza la calcolatrice più in là e si massaggiò le tempie. Niente, tempo sprecato, i calcoli non tornavano, sembrava quasi che non volessero tornare.
Si alzò dalla scrivania e, avvicinatosi alla finestra dello studio, guardò fuori ( la cosa non succedeva spesso). Si accorse che c'era il sole e sentì il bisogno di fare una passeggiata (anche questo non succedeva molto spesso). Benché la temperatura fosse dolcissima si infilò un cardigan nocciola e un cappello a tesa larga.
Poco dopo camminava lungo una viottola che si inoltrava tra i campi dietro casa. Era un territorio sconosciuto, per lui. Il suo sguardo non era adatto a comprendere l'orizzonte e i prati che stavano intorno, era allenato a padroneggiare uno spazio di poche spanne, grande più o meno come la sua scrivania. A ciò che era più distante non sapeva dare alcun senso.
Il fondo sconnesso del sentiero, con buche e ciottoli vaganti, lo infastidì ben presto. Fu sul punto di cadere e decise di sedersi su una specie di paracarro che spuntava dall'erba del ciglio. Si trovava quasi di fronte a una casa di campagna stretta e lunga, che si affacciava direttamente sul sentiero. Su un lato un bambino stava disegnando appoggiato a quella che sembrava una sbilenca tavola di legno sorretta da quattro pioli. Era talmente compreso nel suo lavoro che non aveva nemmeno alzato lo sguardo per vedere chi stesse passando. Dopo un po' il contabile, incuriosito, si alzò dal parcarro e si mise alle sue spalle. Vide una casa, le montagne sullo sfondo, alcuni alberi e, su un prato che stava diventando verde sotto il pastello del bambino, una figura e alcuni animali.
- Cosa stai disegnando?
- Non vedi? - disse il bambino senza interrompere il suo lavoro - questa è la casa degli uccelletti e questo sono io che vado a visitarli.
- Ma io non vedo uccelletti - disse il contabile - quelle sul prato sono delle mucche, o delle pecore...
- Certo che non li vedi; gli uccelletti sono tutti dentro la casa, ora si stanno riposando perché hanno volato tutto il giorno. Non vedi che le finestre sono tutte chiuse? Poi fra poco arriverà il temporale e loro hanno paura di bagnarsi.
- Ma dai - disse il contabile - gli uccelletti non hanno paura di bagnarsi, io li vedo che volano anche sotto la pioggia.
- Beh, questi hanno paura, e se ne stanno in casa.
- Poi, dov'è il temporale? Qua il cielo è tutto azzurro - disse il contabile - non si vede nemmeno una nuvola!
Il bambino indicò la fila di cime aguzze dietro la casa. - Ecco, - disse - il temporale sta dietro le montagne, ma fra poco arriva...
- Eh già, disse il contabile - sei furbo, tu. Ma hai troppa fantasia!
- Non è vero - rispose il bambino - sei tu che non sai le cose - e senza più badarlo continuò a colorire di verde lo spazio ancora bianco del prato.
- Accidenti, - pensò il contabile, - anche qui è difficile far quadrare i conti!
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