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Una figlia tra le più fragili ritorni
madre
mi pieghi nelle lacrime del quarzo
di ogni notte attesa confessione
trasparente da un mondo all’altro
placenta lucida. la colpa. senza carne
dai piedi il sangue alle tue mani
è sempre fresco di perdono
quando tocchi appena le mie pietre
che non sanno divenire pane- le ferite
un anno e un filo troppo breve di esercizi-
nella gola stessa in cui respira l’anima
stretta tra le dita. cristalline
ci riconosciamo. nel mistero
.apprendistato di frontiere all’invisibile.
nel matrimonio di silenzi
in ogni angolo di casa e del giardino
-tra lampi di luce insostenibile
e ancora il rosso nella mente-
incorporea quiete, come nei boschi,
ci elargisce l’aria insieme
quando smuovi i miei capelli corti.
*Scultura contemporanea:
Martin Hudáček, "Bambino mai nato"
(" Unborn child ") (2011).
Conservata a Bardejovska Nova Ves (Slovacchia).
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