ho dimenticato
in che modo si dimentica
seduto qui
vicino a una lampada guasta
vicino a un tavolo mangiucchiato
silenziosamente, bestialmente
legato alla carcassa di ieri
con uncini di ferro nel muro degli occhi
mentre l’unica cosa saggia da fare
mi sembra continuare
a scherzaci sopra
o uscire per prendere una boccata d’aria
oppure aspettare
e augurarmi che sia
rimasto del vino nel mio bicchiere
perché questo a volte conta
ben più
delle ragazze
di un tetto
di un lavoro
di tutto ciò che ti aiuti ad essere
un po’ più forte
e distaccato;
fa parte del gioco e non c’è
da meravigliarsi
se i topi ci rimetteranno i denti a furia di ridere
se l’amore è così lontano dalla verità
come gli eroi delle saghe
no, non c’è affatto da meravigliarsi!
se gli angeli crepano trascinandosi per frontiere esplose
dentro allegre vasche bagno
mentre qualcun altro lì fuori
distrugge il mondo
lo violenta
lo pugnala
lo sventra
distrugge il mondo
distrugge il mondo
e si rade il mattino dopo
e tira su le tapparelle
per fissare le sue vittime
e beve un succo di frutta
contando i soldi
e prepara lo stufato
come se nulla fosse,
come se tutto… tutto questo rientrasse
nei limiti della normalità.
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