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caro Salvini, non ho un utero, posso diventare mamma?»

Argomento: Letteratura

di Bianca Fasano
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Pubblicato il 10/07/2018 15:03:43

«Caro Salvini, non ho un utero. Posso diventare mamma?» La “lettera aperta di Maria Sole a Salvini” ci fa pensare su come mutino le necessità del “mondo donna.” Ricordo il mio tempo, laddove tante di noi sposavano giovanissime e, senza esperienza di vita, si ritrovavano con un figlio in braccio. Per cui, invece di scrivere come Oriana Fallaci “Lettera ad un bambino mai nato”, scrivevamo spesso “Lettera ad un successo mai avuto”. Maria Sole vuole un figlio. La natura non glielo permette ma la scienza, aiutata da un “utero in affitto”, glielo consentirebbe. Siamo al 3 dicembre 2017: “E' NATO in Texas il primo bimbo concepito negli Usa con fecondazione assistita successiva a trapianto di utero. Un tipo di intervento che è stato portato avanti per la prima volta nel 2014 a Göteborg, in Svezia (il primo bebè al mondo figlio di una madre con utero trapiantato era venuto alla luce proprio nel Paese scandinavo nel settembre 2014), e che secondo gli ultimi dati diffusi ha già permesso 8 nascite.” E’ del 28 giugno 2018: -“PESA 2,970 kg, è un maschio e sta bene il primo bimbo al mondo nato dopo un trapianto di utero tra due sorelle gemelle omozigoti: il cesareo è stato eseguito in mattinata da un'équipe internazionale all'ospedale Sant'Orsola di Bologna. La madre, una donna di origini serbe di 38 anni residente in Italia, ha pianto di gioia. E i medici, che hanno eseguito il trapianto, discutono oggi il caso al centro di fecondazione assistita Sismer di Bologna.”- Tornando al tema di “utero in affitto”, sulla pagina di facebook di Salvini, risalente al 24 ottobre 2017 ritroviamo come in quei giorni, a merito (o a demerito?), di una trasmissione televisiva, fosse scoppiato un caso in cui vennero chiamate in causa (perché contrarie) delle non meglio identificate “femministe”. La trasmissione risale all’1/10/2017: -“Nel programma Chakra in onda sabato scorso la conduttrice Michela Murgia fa un grande spot alla maternità surrogata con testimonial l’ex governatore della Puglia. Le femministe scrivono una lettera alla presidente della Rai Monica Maggioni: «Vergognoso e sfacciatamente di parte»- Le femministe. In Italia la Legge 40/2004, articolo 12, comma 6: «Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro». Tuttavia, sempre nel 2017 ritroviamo una assoluzione “perché il fatto non costituisce reato.” Ci riferiamo a Bologna, dove si tenne un processo su un caso di maternità surrogata in Ucraina da parte di una coppia italiana, residente in un paese della provincia del capoluogo emiliano. - “L’inchiesta era partita per una segnalazione dell’ambasciata italiana a Kiev al Comune dove il bambino è registrato, che ha avvisato la Procura di Bologna. L’avvocato difensore della coppia, Giorgio Muccio, nella sua arringa ha sottolineato la mancanza di chiarezza della norma penale di riferimento e ha rilevato, tra l’altro, che recentemente sono stati depositati vari disegni di legge per modificare la norma e rendere perseguibili gli italiani che fanno ricorso alla maternità surrogata all’estero. Una pratica che, dunque, non è considerata illecita dalle attuali normative.”- Evidentemente in merito c’è confusione. Dice Maria Sole: -«Ciao Matteo, abbiamo diverse cose in comune, ad esempio che mettiamo la faccia e lottiamo per cambiare le cose. Ma le tue frasi hanno ferito chi vuole essere madre ma è nata senza utero, a chi la vita dunque ha tolto il più bel dono che si possa ricevere, diventare genitore, proprio come te. Ora la scienza mi ha dato una possibilità per realizzare il mio sogno, mi batterò con tutta me stessa per far nascere il mio bimbo…». Si tratta di una donna sposata che non può avere figli perché affetta dalla sindrome di Mayer Rokitansky Kuster Hauser., benché sia fertile, ossia i suoi gameti siano idonei alla procreazione. Certo che la natura “si diverte”. Ma non fa neanche sorridere. Io, da donna vissuta nel tempo in cui si combatteva per il divorzio e l’aborto legalizzato, mi sono ritrovata davanti questa faccetta simpatica, che si batte per avere quello che tante donne hanno disperatamente cercato di evitare: un figlio. E’ da un po’ di tempo che, per contrasto, trovo pubblicate e “sbattute in faccia” le foto (da inorridire, da piangere di vergogna), dei “bambini abortiti”. Piccoli stracci di sangue gettati via, senza neanche una lacrima. Per legge - la legge 194 del 1978 - in Italia l'interruzione di gravidanza può essere praticata anche dopo i primi novanta giorni di gestazione. Si parla in questo caso di aborto terapeutico. No, per carità, non voglio rimettere in discussione qualcosa per cui i “gruppi femministi” si son battuti al grido de “L’utero è mio e ne faccio ciò che voglio”, giacché loro un utero lo possedevano. Tuttavia permettetemi di essere perplessa se vengono definite “femministe”, quelle che trovano disgustoso l’utero in affitto. Non tutte le donne la pensano così, difatti non invento niente quando riporto, allo scopo di essere chiara: (…) Kelley McKissack è la mamma della bimba che ha visto alla luce, nel senso che gli embrioni della fecondazione sono i suoi. Ma la gravidanza vera e propria è avvenuta nella pancia della mamma di Kelley, Tracey Thompson, 54 anni, legalmente la nonna della bimba. Quest’ultima infatti si è offerta di mettere il proprio utero a disposizione della figlia dopo che quest’ultima aveva avuto tre aborti spontanei, nonostante le cure di fertilità che aveva fatto per procreare. “- Ok. Io non posso farlo tuttavia lo farei. Per una figlia l’avrei fatto. C’è la galera per una convinzione? Sembra di no. Però “le femministe” (quali? Hanno forse una società cui si aderisce? Io ne sono fuori?), sulla pagina di Salvini, si dicono scandalizzate per l’utero in affitto. Salvini, con la sua allegra faccia sorridente, nella sua pagina face book accoglie le reazioni scandalizzate o meno di quante si dicono contrarie allo sproposito di una donna che presti il suo utero ad una coppia. “Prestare”, ovviamente, sa un po’ di falsità, visto che dovremmo dire “affittare”, che suona peggio, ma rende l’idea. Tuttavia io, dall’alto delle mie felici gravidanze e delle difficoltà per non averne altre, ho conosciuto e conosco personalmente cosa voglia dire NON potere avere figli, pur se NON sulla MIA pelle e, sì, un figlio per una figlia l’avrei fatto per cui “sono con Maria Sole”. Bianca Fasano Note. https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/28/maternita-surrogata-in-ucraina-assolta-coppia-di-bologna-il-fatto-non-costituisce-reato/3483209/


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