Pubblicato il 29/07/2013 18:25:01
Una coltre di luce consumata
dall’eterno riverbero accecante brucia gli occhi le mani nel suo interno la fonte di cristallo imprigionata
nel bianco e il blu del cielo al limite
Estraggo sale faccio/disfo montagnole trascorrendo profezie a tonnellate non c’è orizzonte che produca a dare spazio alla distanza
d’agosto, scaverò una buca a Pachamama offrirò latte e porzioni di cibo ringraziando deporrò una pietra e fioriture -una per uno-
L’offerta propizierà il raccolto del segreto l’indicibile devozione nel luogo più profondo alle parole dove si è- pronte per la notte
oltre il dorso di pietra del gigante
Nel buio leggero della carne ha posto il suo rifugio un’anima partorendoti al tramonto
-al suo posto di sempre- e se canta una canzone un’ederlezi non schiuderà le labbra
fin dal nascere un lamento
sempre più intoccabile
di sale
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