Pubblicato il 26/07/2013 11:51:51
Un solo giorno ancora da colmare sostiene l’Anno sull’orlo della vista
Più del Nome mi chiama
ciò che resta l’aprirsi senza fine- nascosto nella stanza lucida di male e creme di avene- delle garze d’acqua che ti porgevo le hai scambiate col bicchiere aprendo le mani nude le alzavi fino al viso afferrando l'aria come a portare un peso dal deserto della gola all'invisibile di luce non so fin dove
perché avevi degli angeli alle labbra la grazia nel tenere niente il mistero delle egrette sacre a bere Nulla riempio la sera, ancora,
come una pita la ciotola di latte grigia e suono intorno un lamento bianco circolare nello sguardo ebbro di sentire quel vuoto lieve tra le mani che resta dell’assenza come spazio del suo Essere sublime
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 10 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Amina Narimi, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|