Pubblicato il 29/11/2017 23:27:12
Prendendo una parola a caso come: infinito, ho iniziato a pensare e divagare, confidando il mio pensiero a questo foglio dicendogli: Infinito, cioè: In- finito = nel finito.
Con la parola “infinito” si definisce ciò che non ha fine, senza limiti, dando una dimensione non finita al pensiero che la rende finita. Cerco di spiegarmi o almeno ci provo, ragionando con me ed il foglio… Una cosa che è finita è definita dal pensiero qualcosa che ha tutte le caratteristiche per essere definita tale.
L’infinito, in un certo senso, assume un concetto di finito anche se la parola sia nata per dire che non ha limite, ma che, comunque, definisce con essa il limite del suo significato. Se penso al mare che non è infinito, eppure molte volte è indicato come tale in quanto apparentemente senza limite. Paragonandolo all'infinito, anche non essendolo, la parola: infinito, dona al mare l’immagine di qualcosa che non ha fine e né limite poiché sconfina oltre il nostro sguardo. Permettendo alla nostra mente di capire con semplicità l’idea della sua smisurata quantità d’acqua da cui è composto e senza doverne quantificare in cifre i litri, rendendo la visione o idea che sia, più complicata da capire di quanto sia enorme la sua massa d’acqua, quando invece, può darla da sola la parola: infinito. Ciò aiuta a rendere l’idea, almeno credo, sul significato di questa parola, limitando l’infinito ad essere contenuta in una piccola parola di solo otto lettere e che a sua volta, limita in essa la quantità senza fine. E allora, direi proprio che l’infinito risieda nel suono delle parole. Parole per le quali bastano solo ventisei lettere se parliamo dell’alfabeto italiano, comprese le vocali, che ci servono per parlare e scrivere all'infinito, ed il paradosso sta proprio nell'usare un numero di lettere definito per farlo. Come pure per i numeri, con nove numeri, più lo zero, si possono generare tutte le possibilità numeriche, infinite e finite, così anche per le note musicali che sono sette e bastano per imbastire ritmi e melodie a perdita d’udito. Che meraviglia l’estro delle menti che con un esiguo numero di lettere, numeri o note possano creare col loro limite: l’infinito.
07/03/2017
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