La strada
Passo e la strada non è che
la contemplazione della strada
in me che passo. È triste l’ora
che cupa nel cielo risplende.
La strada per me sola si allunga
sui miei passi: il passato è la strada
alle mie spalle, il futuro, di là
dal mobile orizzonte, strada è
da venire. Un deserto è la strada:
nuvole nere e basse, infuocate
di dolore. La mia strada è sola
con me che passo. I suoi rumori
cosmici sono silenzio udibile
del supremo, dell’ultimo silenzio:
così inquietante e pregno
invade l’ora. E mentre passo
è fermo il mondo nella visione
del passare in me che passo.
In questa oscurità, tuonante
di silenzi, il mio passare passa
senza promesse e di sé vive
e di tutti i suoi passi.
Ma dove porta questo immenso
andare, lo sconfinato notturno
del cuore che passa sulla strada
dove io passo? Su quale abisso
spalancano le porte, su quale
nera eterna Notte s’apre
il confine dell’oscuro andare?
Da “ Penelope e altre poesie “
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