Pubblicato il 11/05/2009 23:51:53
Da questo spalto di cemento, con l’occhio libero dal velo della consuetudine e dell’acquiescenza, osservo la notte inutile di una città in fermento. Le luci della vita, nell’ovattato vuoto della distanza, sono fiaccole riverberate su uno sfondo di latenza. Immagino un’umanità confusa, in fuga da se stessa, alla deriva e con troppi problemi di coscienza. La prospettiva è ferma, il diaframma per metà aperto, fermo l’ampiezza rarefatta di un’immagine senza campo. Un alito di vento solletica le ciglia, un movimento cattura l’attenzione: sul fil di acciaio della biancheria una camicia sventola leggera, libera dai legami di braccia e busto, una bandiera di libertà domestica per questa notte oppressa da pensieri di cattivo gusto.
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