Sono passata nel tempo
di due vetrine all’ingresso
bussolotti di sabbia, le forme dei sassi
dei cristalli di metà mondo
ogni suono caldo Nei calici
fragili dita ridisegnavano
l’uno nell’altro –loro-
viaggiando. Lui ha raccolto
meno mari di bicchieri
Lei viaggiava di più.
Prima della cucina
abbiamo pianto
dentro l’ombra
più ampia del mare
terribile più dei vetri rotti
verso il mondo
dell’Altro Lato.
Implora una voce. Una breve
moratoria nella tiepida sorgente
coi pesci rossi umida e segreta
tra il canneto. senza altra pena
un appiglio :
-potremmo andare Noi
a prendere la sabbia che manca
dai luoghi dei bicchieri dell’Est-
Ho sognato tua madre -sai-
di farmi trovare per primo
con le pietre migliori negli occhi
all’ultimo viaggio
volevo tenere per Lei …
Non saremo mai pari. Ingannava
il tempo che resta nel viso
mettendo avanti la sua bellezza
guerriera al dolore
tintinnante là fuori. al freddo.
Col cibo semplice delle mani
oggi
per qualche motivo ti ho trovato
a Istanbul- ci siamo immaginati-
abbiamo preso Fiato.
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