Pubblicato il 06/07/2013 10:28:50
Sferraglia malinconico e lontano nella notte un treno già passato.
Resta il dedalo dei ricordi nell’effigie inquietante di un volto di Medusa e tutto quello che dai rovi di ieri nel cuore ho serbato.
Torna la memoria con la burrasca d’emozioni nel ruggito sconvolgente dell’onda.
Incombe ancora il dolore di allora nel rintocco insonne della campana con voce cupa e tetra che l’anima di sconcerto ancora inonda.
All’arcolaio di ieri dipana la reminiscenza i giorni bambini prigionieri dell’ombra trascorsi nel gelo che nella casa di tenebra
percuoteva fanciulle ed indifese mani protese in un grido soffocato dietro le vetrate ad un fazzoletto di cielo un rifugio infranto nel pianto muto e senza speranza dei gerani.
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