Consumato fino all'ultimo raggio di Sole
in preghiere di cartapesta cantate dagli occhi
dati alle fiamme da una pietà più grande dei nostri desideri
la porcellana non fu mai così delicata come le tue palpebre
a voler essere ciechi per forza a voler essere cielo
per combattere le nuvole col vento ammaestrato
dai ricordi di ieri, tornare a fare propositi senza stagioni d' albe
e sorrisi di Luna che prendono alla gola e segano parole a metà
gridare forte i nostri nomi nella conca
aspettando sull'orlo del baratro un'eco femmina che non verrà
a ricordarci chi siamo persi nel tempo lontanissimo
di un primo bacio rubato all'acqua salata di lacrime che confuse col mare
perdono presto la loro identità.
E la vita ci sorprenderà con la possibilità senza sfumature
che ciò che siamo stati non saremo più
un altro mondo altre mani con cui pregare e chiedere perdono
accarezzare i nostri sogni fradici di pioggia
troppo pesanti per prendere il volo
come si fa a ridestare la voglia delle ali?
cominciare da capo seguire le tracce lasciate in terra
dagli animali che eravamo annusare l'aria in cerca di
un battito arrangiato da un petto cavo nel buio della notte
o un fruscio di sottane al cimitero per un convenzionale fantasma
da catturare con litanie antidiluviane per chiedergli dove si va
dopo una morte violenta
tirare la corda perchè s'allunghi per il collo
e anche la vita si arrenda e chini il capo
oppure trovare la forza di correre la corsa fino all'ultimo ostacolo?
guarda un fiore come sboccia che ne sa dell'anima
o una roccia proverà dolore?
quando nessuno mi guarda chi controlla i miei alibi?
palinsesto fragile la visione è sconsigliata ai figli delle stelle
ai deboli di cuore
secondo te a cosa serve vivere? una rima facile
mani in tasca e sguardo perso senza pensare amore.
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