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Ius soli, ius culturae e altri sofismi

di Angelo Ricotta
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Pubblicato il 16/10/2017 10:24:59

Non avrei voluto ritornare sul tema in quanto ci sarebbe da discutere di cose ben più urgenti e importanti. Purtroppo sono costretto a farlo a causa dell'offensiva sulla quale insiste un irresponsabile e interessato fronte "buonista" che però non è per niente buonista verso le centinaia di migliaia di nostri giovani (e meno giovani, ci si ricordi!) disoccupati che sono costretti a lasciare l'Italia perché non trovano lavoro da noi, infischiandosene anche del fatto che le famiglie abbiano speso tempo e denaro, compiendo immani sacrifici, per allevare e istruire i figli. Insomma buonisti a senso unico, con i paraocchi ideologici terzomondisti. La maggior parte dei miei amici e conoscenti ha figli e figlie che per uno straccio di lavoro son dovuti emigrare. Poi ci si lamenta che da noi non si formino famiglie e non si facciano più figli. Ovvio, coloro che vanno via faranno famiglia e figli altrove beneficiando gli Stati che li hanno accolti (perché molti di loro sono superistruiti). Alcuni di loro hanno già formato famiglie all'estero e non torneranno più da noi e probabilmente non lo faranno neanche gli altri. Nel mentre qui ci si dà un gran daffare ad accogliere clandestini che in stragrande maggioranza vengono per parassitarci mettendo in crisi il nostro stato sociale e il mercato del lavoro e poi ci ringraziano delinquendo, stuprando e commettendo atti terroristici anche nelle successive generazioni.  Da noi esiste già una legge sulla cittadinanza che è perfettamente adeguata, non vedo la necessità di allargare ulteriormente le maglie. Per giunta la nuova proposta di legge è un guazzabuglio di norme che servono solo a regalare la cittadinanza alle torme di immigrati che stanno invadendo l'Italia e che, in tal modo, peseranno ancor di più sulle nostre finanze e continueranno a crearci problemi ancor più grandi. Insomma se la si approvasse produrrebbe ulteriori gravissimi danni alla nostra società e sarebbe un invito a tutti gli avventurieri a riversarsi su di noi. Cosa vogliono i "buonisti"? Farci sostituire da costoro? Se questa non è follia nulla lo è.

Nota

L’attuale legge, la n. 91 del 5 febbraio 1992, che prevede lo ius sanguinis recita che la cittadinanza italiana viene trasmessa solo dai genitori ai figli. Il cittadino straniero nato in Italia, oggi, ha diritto alla cittadinanza solo se, una volta diventato maggiorenne, dichiari entro un anno di volerla acquisire e fino a quel momento abbia risieduto nel Paese "legalmente e ininterrottamente".
La nuova legge, invece, introdurrebbe altre due modalità di acquisizione della cittadinanza per i figli minori di genitori stranieri: lo ius soli “temperato” e lo ius culturae.
- Lo ius soli temperato prevede che saranno cittadini italiani per nascita i figli, nati nel territorio della Repubblica, di genitori stranieri, se almeno uno di loro ha un permesso di soggiorno Ue di lungo periodo e risulta residente legalmente in Italia da almeno 5 anni. Il principio dello ius soli non si applicherà, però, ai cittadini europei, visto che il permesso di lungo periodo è previsto solo per gli Stati extra Ue.
- Lo ius culturae prevede che possono ottenere la cittadinanza anche i minori stranieri nati in Italia, o entrati entro il 12esimo anno, che abbiano “frequentato regolarmente per almeno cinque anni uno o più cicli presso istituti scolastici del sistema nazionale, o percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali”. La frequenza del corso di istruzione primaria deve essere coronata dalla promozione. I ragazzi arrivati in Italia tra i 12 e i 18 anni, poi, potranno avere la cittadinanza dopo aver risieduto legalmente in Italia per almeno sei anni e aver frequentato “un ciclo scolastico, con il conseguimento del titolo conclusivo”.
- In entrambi i casi, per ottenere la cittadinanza italiana servirà la dichiarazione di volontà del genitore del minore o del suo tutore: dovrà essere consegnata all’ufficiale dello stato civile del Comune di residenza entro il 18esimo anno. In assenza di questa dichiarazione, potrà essere il diretto interessato a richiederla, entro il suo 20esimo compleanno. Le nuove norme valgono anche per gli stranieri in possesso dei nuovi requisiti ma che abbiano superato, all’approvazione della legge, il limite di età dei 20 anni per farne richiesta: un’eccezione per salvaguardare i diritti di chi è già arrivato da anni in Italia. Il Viminale ha 6 mesi per il rilascio del nulla osta. Viene prevista anche la possibilità di rinunciare alla cittadinanza italiana sempre entro i 20 anni.


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