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Suicida e sterile

di Adielle
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Pubblicato il 29/06/2013 01:19:15

Suicida e sterile uno stato si decompone

in ogni atomo dove sei e non sei

ad aver ragione dell'intermittenza

che figura una sola nascita per ogni cieco abbandono

un istante per prendere fiato

per abusare dell'aria e scavalcare il muro di un'innocenza

data in pasto a poca gente affamata

la fortuna volle che avessero denti affilati

a far presto coi morsi

la fortuna volle che tu fossi adorabile e di poca carne

ma la luce esplose rinnovandosi 

aprendo i fianchi a un modo di fare che poteva essere distratto

da abitudini nuove

importate da un mondo non così troppo lontano

da non essere visto da qui

dove adesso noi siamo

nudi e senza pianto col cuore in mano

come fosse un qualsiasi apparato

per tenere il ritmo di un oltraggioso incedere del corpo

andiamo via senza pretese addosso ma solo pelle

ritorna l'alba niente cambia è solo che sei in me

occhi neri capelli ricci mani bianche tondi i seni

qualcosa mente qualcosa è vero

ti prego considera ciò che vorrei

certo è che la fine si distingue per affabile dedizione

all'uso di parole che tengano conto del nostro soffrire

ma altrove su qualche cima ardita o vetta affilata

si fa presto a dire fine

prima arriva la rugiada a lisciare altre pietre

oltre quelle che scagliammo ad eseguire la condanna

senza sporcarci le mani con la ruggine del perdono

poi la pioggia consistenza in movimento

di non so più quale alto lavacro

senza peccato non sono mai stato

nemmeno per il tempo fermo

in cui ti ho scritto che t'amo

poi certo sono caduto nel vuoto che avevo inventato

se in vena scorre ancora del sangue

allora lo devo a te

parlami come non hai fatto mai

abbi la forza condensata dei samurai

io non sto per piangere

torna astratta la voglia di ridere

sarò vero come un piccolo sole senza nervi

a distrarmi il vento che passa sedotto tra gli alberi

e le foglie miraggi di verdi verità consumate

nel rifare il verso a coloro che entrano nei boschi

senza conoscere la strada per uscire indenni dall'altra parte

ovunque sei non basti mai

mi spazzi via e mi vedo volare condotto altrove dalla tua volontà

pensare per bello che sia deve avere un limite

ora nuoto nel liquido mi mantengo sul vago

non ho argini che mi trattengano

sono diaspora degli elementi che mi compongono

potesse una parte di me approdare alle tue rive

tenui avide senza spine.


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