Suicida e sterile uno stato si decompone
in ogni atomo dove sei e non sei
ad aver ragione dell'intermittenza
che figura una sola nascita per ogni cieco abbandono
un istante per prendere fiato
per abusare dell'aria e scavalcare il muro di un'innocenza
data in pasto a poca gente affamata
la fortuna volle che avessero denti affilati
a far presto coi morsi
la fortuna volle che tu fossi adorabile e di poca carne
ma la luce esplose rinnovandosi
aprendo i fianchi a un modo di fare che poteva essere distratto
da abitudini nuove
importate da un mondo non così troppo lontano
da non essere visto da qui
dove adesso noi siamo
nudi e senza pianto col cuore in mano
come fosse un qualsiasi apparato
per tenere il ritmo di un oltraggioso incedere del corpo
andiamo via senza pretese addosso ma solo pelle
ritorna l'alba niente cambia è solo che sei in me
occhi neri capelli ricci mani bianche tondi i seni
qualcosa mente qualcosa è vero
ti prego considera ciò che vorrei
certo è che la fine si distingue per affabile dedizione
all'uso di parole che tengano conto del nostro soffrire
ma altrove su qualche cima ardita o vetta affilata
si fa presto a dire fine
prima arriva la rugiada a lisciare altre pietre
oltre quelle che scagliammo ad eseguire la condanna
senza sporcarci le mani con la ruggine del perdono
poi la pioggia consistenza in movimento
di non so più quale alto lavacro
senza peccato non sono mai stato
nemmeno per il tempo fermo
in cui ti ho scritto che t'amo
poi certo sono caduto nel vuoto che avevo inventato
se in vena scorre ancora del sangue
allora lo devo a te
parlami come non hai fatto mai
abbi la forza condensata dei samurai
io non sto per piangere
torna astratta la voglia di ridere
sarò vero come un piccolo sole senza nervi
a distrarmi il vento che passa sedotto tra gli alberi
e le foglie miraggi di verdi verità consumate
nel rifare il verso a coloro che entrano nei boschi
senza conoscere la strada per uscire indenni dall'altra parte
ovunque sei non basti mai
mi spazzi via e mi vedo volare condotto altrove dalla tua volontà
pensare per bello che sia deve avere un limite
ora nuoto nel liquido mi mantengo sul vago
non ho argini che mi trattengano
sono diaspora degli elementi che mi compongono
potesse una parte di me approdare alle tue rive
tenui avide senza spine.
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