Un manto di tempesta a fasciarti la testa
per le orbite degli occhi solo travi
e nessuna pagliuzza
hai dato fondo alle vene per riempire calici di sangue
con cui brindare frettolosamente a nuove guerre sante
la linea sottesa ad un orizzonte che stia nella mente,
tra il ricordo di un bacio imbarazzante e quella volta
che hai dato i tuoi più fervidi saluti alla persona sbagliata,
è solo una freccia scagliata per rabbia,
in un azzurro più grande dei tuoi occhi
fatti a pezzi da una luce che ha ragione di qualsiasi lente,
che si perde come la memoria dietro le incertezze degli anni lontani.
Hai guadagnato in rimorsi predetto il futuro a chi non voleva saperlo
hai mandato in fumo il tentativo delle tue mani
di costruire qualcosa che rendesse giustizia alla possibilità di esserci
presenti e ancora vitali
credere che la Terra fosse tutta da rifare
il tuo più grande errore e non sapere dove ci porterà il domani
non è consolazione
ma si potrebbe aprire uno spiraglio di possibilità
cui di buon grado presteremo fede come ad un nuovo vitello d'oro
ancora e per sempre vendendo le nostre buone ragioni
per un pezzo di perdono a buon mercato
dichiareremo di non essere stati noi i primi a scagliare la pietra
e che il pedaggio l'abbiamo pagato già.
Non è facile pensare a quell'aprile in cui un piccolo destino
s'affacciava giocando a un gioco proibito
ignaro delle regole e avendo per indicare a torto o a ragione
chi aveva vinto, solo un dito
bambino crescerai nelle tue forme e cercherai il coraggio oltre la ringhiera
e al confronto del resto ti sentirai sempre di meno
specialmente quando viene sera e la Luna ti guarda di traverso
e sei già cambiato di molto nemmeno ti chiamassi vento o folgore o destriero
eppure passata la notte non sei cambiato affatto
ma se hai amato almeno un minuto nel tuo piccolo giorno
sei diventato maggiore del resto non ci credi ma è vero
è questo il patto.
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