Si raccoglie nel suo nome trasparente
E tace Quasi non avesse forze più
Piegato nella pelle -In quel tacere Di sé stessa-
Non si rivela. Dalla sua fronte l’acqua
Intanto cola sulla ferita immedicabile
Lasciata nuda per la notte a un’altra fede -
Somma di ciò che termina come una preghiera-
A dipingere le cose di continue guarigioni
Si rapprende la voglia di uscirti dalla carne
Ogni parte. Ogni istante si fa strada nel “vedere”
Come albeggia
Lei s’inchina alla sua benedizione,
Nell’eccesso doloroso, per quanto a lungo
Stende le sue mani, si commuove
Abbandonata nel “guardare” puro.
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